Una terra lontana, molto lontana. Australasia è un luogo che esiste, ma dentro una mente. Quella di Gian Spalluto, creatore di questo spazio fatto di suoni e atmosfere evocative. Australasia è un post rock emozionale.
Ciao Gian, grazie per la disponibilità. Fa piacere averti su Metalhead. Vogliamo iniziare dal chiarire come nasce il nome Australasia e chi c’è dietro, chi lo amministra?
Ciao Alberto, questa intervista fa molto piacere anche a me!
Australasia è un nome che evoca viaggi in terre lontane ed esotiche, credo che si sposi bene alla musica del progetto. È anche il titolo del primo lavoro dei Pelican, il che mi sembrava di buon auspicio. Dietro ci sono io, Gian, polistrumentista ed unico compositore all’interno del progetto che con l’aiuto prezioso di alcuni amici trasferisce in musica sensazioni ed emozioni legate all’universo interiore e all’immaginazione.
“Sin4tr4”, il precedente album (QUI), è davvero ottimo. Cosa vuol dire quel titolo e perché quella copertina?
Quando ho cominciato a scrivere i brani per Australasia volevo che tutto suonasse a modo mio, “my way”, come il brano interpretato da Frank Sinatra, da qui l’associazione con il titolo del disco. Il cavallo in copertina rispecchia l’atmosfera della musica, forte, cupa ed elegante.
Hai avuto buoni riscontri, sei rimasto soddisfatto?
Diciamo che ho avuto un feedback corrispondente alle mie aspettative più rosee. Il tutto è stato coronato da un contratto discografico con Immortal Frost Productions che ha poi permesso la pubblicazione del nuovo lavoro.
Ora è appunto uscito “Vertebra” (QUI) e ti ripongo la stessa domanda di prima: cosa vuol dire quel titolo e perché quella copertina? Inoltre, perché di nuovo un animale raffigurato?
Cercavo una parola che esprimesse il concetto di importanza che ha per me questo disco e che allo stesso tempo fosse facile da comprendere, sia per un ascoltatore italiano che per uno straniero. La parola “Vertebra” infatti si scrive e ha lo stesso significato sia in italiano che in inglese. La gazza ladra ritratta sulla copertina è un ricordo d’infanzia ed è stata realizzata da Cumix 47, un artista indonesiano che collabora con Bring Me the Horizon, Suicide Silence, Skeletonwitch ecc. Ho sempre amato le copertine raffiguranti animali e la natura è per me una fonte di ispirazione importante.
Ho avuto l’impressione che “Vertebra” tenti qualcosa in più rispetto al suo predecessore. Voglio dire che stilisticamente c’è della varietà, ulteriore, e qualcosa anche di nuovo.
Ogni volta che mi approccio alla composizione cerco di creare elementi e soluzioni inedite, proprio perché il processo di scrittura diventi stimolante per me in prima persona. Di conseguenza ogni brano di Australasia riflette questa ricerca e contiene dettagli e sfumature che portano verso nuove direzioni il viaggio musicale.
Si nota l’uso dell’arpeggio con la chitarra in maniera diffusa, è qualcosa che è parte del tuo essere chitarrista oppure è una scelta voluta, decisa perché legata un po’ agli schemi del genere?
Ho sempre adorato l’arpeggio di chitarra. Su Vertebra ho usato la stessa tecnica anche per alcune parti di synth e ne sono entusiasta. Direi piuttosto che amo molto il post rock proprio perché incorpora molti arpeggi piuttosto che il contrario.
La musica di Australasia è una consapevole composizione di paesaggi sonori, è qualcosa al di fuori della normale struttura-canzone, del resto quella musica è principalmente strumentale. C’è qualcosa in serbo per dei pezzi più tradizionali? Hai nuove idee in tal senso?
Riguardo alla struttura dei pezzi mi piace lasciare che essi seguano la loro inclinazione naturale. Se ci sono elementi che necessitano di essere richiamati lo faccio, altrimenti lascio che il brano evolva verso una destinazione nuova. Decisamente non sono un amante dei ritornelli, per questo sarà difficile che adatti dei brani alla struttura canonica della “canzone”, la tentazione della libertà è sempre troppo forte!
Come è nato il video di “Antenna”, puoi raccontarmi la sua genesi e realizzazione?
Ero alla ricerca di un video-maker che mi aiutasse a trasporre la musica in immagini e per questo ho contattato alcuni artisti legati all’underground post-rock. Tim Van Helsdingen mi ha risposto poco tempo dopo, dicendomi di essere già in possesso di “Sin4tr4”, di amare molto il disco e di accettare volentieri una collaborazione. Il video di “Antenna” è diventato poi la tesi di laurea di Tim, che ha così completato gli studi facendomi il regalo più bello che potessi ricevere.
Musica evocativa, quasi colonna sonora di scenari, paesaggi, ma anche di sensazioni. Musica visuale e dunque è possibile che Australasia proponga in futuro novità combinando immagini e suoni?
Sarebbe molto bello poter instaurare una collaborazione continua con degli artisti legati al mondo del visuale. Su Youtube ci sono diversi video caricati da ragazzi che hanno usato la musica di Australasia come base per delle immagini assemblate da loro. Personalmente mi sento di incoraggiare molto queste iniziative, anzi, invito chi abbia voglia di fare qualcosa del genere a contattarmi.
Grazie ancora. Il congedo dai lettori è tuo.
Chiunque sia alla ricerca di sonorità oniriche ed evocative può visitare il sito di Australasia www.australasiamusic.com dobe potrà ascoltare musica, guardare i video e acquistare i dischi.
Grazie per questa intervista e grazie a tutti coloro che hanno deciso di dedicare qualche minuto alla sua lettura, a presto!
(Alberto Vitale)