(Nuclear Blast) Un alone di mistero emerge dalla musica degli Avatarium. Sono Svedesi e sono una band che si è formata appena otto mesi fa. E’ difficile classificare il loro genere, in quanto sono presenti derivazioni che toccano il doom, che sfiorano Black Sabbath ma anche Jethro Tull, senza tralasciare un’ispirazione che arriva dagli anni ’60, ma in chiave moderna e … gotica. La cosa che li rende ancora più unici e differenti è la scelta della voce: Jennie-Ann Smith, la bravissima cantante propone un timbro pulito, dolce, ma anche profondo, alle soglie del blues, ma con quella caratteristica in grado di enfatizzare quella componente gotica della band. Band giovane e sconosciuta? Non è corretto. Tanto per sconvolgere chi si avvicina per la prima volta a questa realtà, si sappia che il bassista è Leif Edling dei Candlemass. Ed il batterista? Lars Sköld. dei Tiamat. Chitarrista? Marcus Jidell, ex Royal Hunt. E pure il tastierista Carl Westholm vanta un bel curriculum, Candlemass compresi. E’ pertanto chiaro come una band perfettamente sconosciuta possa arrivare così rapidamente alla corte di una label blasonata come Nuclear Blast, famosa per avere sotto contratto grandissimi nomi della scena metal. Infatti, sembra che con gli Avatarium la Nuclear non abbia certamente investito invano. Questo album omonimo è stupendo, un album assolutamente magnetico. Non contiene un sound devastante, per scatenare o sconvolgere. Piuttosto si tratta di un viaggio verso un’intimità dell’anima, un percorso verso una visione interiore, oscura ed estremamente poetica. Il tutto esaltato da suoni che incantano, da tastiere e mellotron magici, da una batteria sensuale, e quella voce perfetta… quella voce che deve assolutamente dare vita a queste canzoni, come se nessun’altra voce potesse cantarle. Imponente il doom di “Moonhorse”, carico di riff pesanti che ad un tratto diventano quasi folk, dando spazio ad una sublime interpretazione vocale della cantante. E’ molto facile definire erotica la performance di Jennie in questa canzone, anche quando tornano i toni più pesanti, dando vita ad un doom con voce femminile di fantastica fattura. “Pandoras Eggs” è un pezzo coinvolgente e che si evolve: inizia dolce, magico, misterioso; si trasforma in un doom potente con elementi vintage unici; sfiora momenti epici, per poi evolvere verso un metal energico, dove non mancano stupendi assoli; si torna poi all’armonia, al fattore introspettivo, ad una dolce oscurità, per dare origine ad un finale diverso, pacato ed elettrizzante. Immensa “Boneflower”. Un pezzo che fatico a descrivere per le vaste componenti musicali che include e per la profonda poesia che scatena (una frase come “mille cadaveri sembrano delle foglie” rendono il pezzo unico, drammatico, oscuro in una forma romantica). Infinite le ispirazioni dello sviluppo della canzone, quasi vintage pop, fino ad un oscuro doom, senza dimenticare un metal virtuoso creato con maestria. Profonda, deviata, riflessiva l’ottima “Tides Of Telepathy”, un doom quasi marziale caratterizzato da un’ampia parte con un influenza psichedelica molto bella ed esaltato da un metal glorioso, che in un certo senso combina proprio Tiamat e Candlemass. Trionfale e con un’esaltazione della voce della cantante la conclusiva “Lady In The Lamp”. Sette tracce imponenti (la più corta passa i cinque minuti, ma molte vanno oltre i setto o gli otto minuti). Cinquanta minuti di poesia sonora unica, travolgente, coinvolgente. Una combinazione di stili e direzioni sonore sconvolgente, che porta gli Avatarium, sin da questo debutto, immediatamente a livelli altissimi.
(Luca Zakk) Voto: 9/10