(Pure Rock Records) Un crescendo irresistibile, irrefrenabile. Un crescendo di energia e potenza, ma anche del livello di coinvolgimento. Si parte da fuori e ci si addentra verso un calore che rapisce. E questo è stato veramente un dettaglio essenziale per la mia valutazione del disco. Un disco che, all’inizio, meritava mezzo ascolto ed una sufficienza striminzita solo perché ci sono delle cose carine. Ma sono proprio queste cose carine, questi dettagli che emergono in qualche ritmica, in un paio di acuti vocali che mi hanno invitato ad approfondire l’ascolto… e mentre scrivo queste parole, in cuffia suona la melodia dei tedeschi Toja, la melodia di questo meraviglioso “(Sad) Songs of Hope” che sto ascoltando per la ventiseiesima volta di fila (le ho contate). Come spesso dico, io non posso conoscere tutti, anche se lo vorrei, ed ignoravo l’esistenza di questo quintetto che è giunto al quarto lavoro, con il primo risalente al 1999. E’ strano l’ascolto di queste canzoni: sono suonate da gente non certo famosa, ma nemmeno tanto giovane. Pertanto c’è dentro molta esperienza ma anche quel pizzico di libertà che offre una band che non deve rispettare le regole di un’immagine che essa stessa ha creato. E a livello di genere le cose si fanno pericolose, esplosive, per la scelta di equilibrio tra alcuni generi che potrebbe risultare banale se fatta senza testa, ma nel caso dei Toja risulta efficace e stupenda. Le canzoni integrano, infatti, senza mai abbandonarsi completamente, grosse componenti di hard rock fino ai suoi eccessi commerciali, di heavy made in Germany, metallo melodico con accenni e riferimenti a bands quali Rainbow, Cornerstone e Royal Hunt. Il gusto compositivo dei cinque rockers è capace di catturare, di stregare, mentre la voce di Jan “JJ” Thielking è potentissima, graffiante, dannatamente rock, ma capace anche di raggiungere quelle tonalità perverse tipiche di Udo Dirkschneider. Questa è una cosa che mi fa semplicemente impazzire! La opener “The Storm” offre la carica giusta, ritmica piena e calda, il cantante che si scatena, riff travolgenti ed assoli che puntano verso qualcosa di molto più intenso del semplice assolo di una canzone. “Into The Dark” è una power ballad, dove il cantante dimostra un altro buon range di toni che può raggiungere. La melodia dolce ma elettrizzante è spesso supportata da una chitarra che fa sognare, mentre il ritornello riesce ad avere connotati che integrano un concetto estremamente heavy con punte di sfarzo hard rock. “Lost Horizon” ha una impostazione che esce dalle regole, e si avvicina ad un qualcosa di più scenografico, pur mantenendo un ritornello estremamente hard and heavy. Ma è con “Cosmic Ocean” che si inizia a manifestare lo stile personale della band, con un metal melodico pieno di idee tecniche che lo spingono ben lontano dagli schemi ovvi. La canzone trasporta con energia verso un ritornello irresistibile incastrato in una canzone che ha un valore immenso. “Take Me Home”, dalla quale è stato tratto un video, è semplicemente imperdibile: riff cadenzato molto metal, con chitarre che si esibiscono in caldissimi assoli, basso che mette accenti al posto giusto mentre il cantante evolve attraverso un testo carico di energia che lo porta a quelle tonalità alla “Udo” estremamente cattive e maledettamente metal. “Free My Mind” è un pezzo assurdo: per più di un minuto sembra uscito da qualche teoria di musica country, per poi evolversi in maniera intelligente verso un metal carico, con bridge e ritornello letali. Memorabile la ballad “Waiting”, dove il cantante offre ulteriori sorprese e gli assoli sono passione che si manifesta in vibrazioni sonore, e molto bello è anche il pezzo intitolato “Rising High”, che potrebbe benissimo essere presente in un album dei Whiteskake. La title track è un metallo tirato, pogo garantito, “Don’t Turn Away” è irresistibile mentre ll’ottima “A Little Folk Song” materializza una nostalgia infinita, quasi che all’ascoltatore già inizino a mancare quei cinquantatre minuti di musica vera, sincera… pura. I Toja suonano per davvero, con tutti gli ingredienti che ogni band dovrebbe avere: un buon skill, ottimo gusto, graffiante potenza e tanta, tantissima passione.
(Luca Zakk) Voto: 8,5/10