(Steamhammer / SPV) Con ancora in testa il fantastico “Circle Of The Oath” di meno di due anni fa, e quando ancora mi riservo delle serate con un bicchiere di Jack con ghiaccio, davanti allo schermo mentre sparo a volume offensivo lo stupendo DVD “Live On Fire”, Sua altezza Axel Rudi Pell torna con un altro maledettissimo disco, un’altra ora (senza le bonus tracks!) di musica vera, sincera: pura. Nuovo batterista: Bobby Rondinelli, che è un signore sconosciuto che ha già massacrato le pelli per gente altrettanto sconosciuta: Black Sabbath, Doro, Quite Riot, Rainbow, Warlock (ed altri…). Solita micidiale chitarra dell’axe man tedesco, solito resto della band, e … ringrazio gli dei del rock… solito cantante, anzi, Cantante: Johnny Gioeli, a mio parere, come ho già scritto in passato, uno dei grandi della scena, al livello (mi ripeto) di Coverdale, Dio, Jørn Lande e Doogie White. Faccio due conti: “Circle Of The Oath” è uscito a Marzo del 2012. Poi il tour, dal quale ne è derivato il DVD. Ed ora? Siamo a Gennaio del 2014, e c’è già un nuovo album? Ma dove trovano il tempo, o meglio, dove trovano l’ispirazione? Perché si tratta di canzoni micidiali, stupende, che rapiscano, che caricano, che spaccano, che emozionano. La risposta la da lo stesso Axel, dichiarano che non c’è stato giorno nella sua vita senza l’ispirazione di un grande come Ronnie James Dio… e questa è l’origine alla creatività, la quale però non viene quando vuole, non è una cosa da orari di ufficio. Per questo che Axel si porta dietro il cellulare per registrare in qualsiasi momento qualsiasi cosa gli passa per la testa… probabilmente anche solo fischiandola per ricordare, per annotare, per comporre. E tale cellulare si è riempito… velocemente… ed è per questo che ora si aggiunge un disco alla nostra collezione di appassionati, ed è per questo che si aggiunge una nuova emozione al nostro cuore. Mi piace che Axel abbia citato Ronnie J. Dio -l’unico vero Dio- un artista che Axel ha sempre esplicitamente amato (è presente per esempio sulla compilation “Holy Dio: Tribute to Ronnie James Dio” uscita ormai 15 anni fa): ascoltando la cover contenuta in questo nuovo album, “Hey Hey Me Me” (di Neil Young) sembra quasi di assistere ad un rituale spirituale, un rituale dove la religione è il rock -il metal-, dove Johnny canta con una potenza impressionante, dando origine ad una power ballad monumentale… un pezzo che sembra quasi essere dedicato proprio al grande Ronnie James (i semplici versi “The king is gone, but he’s not forgotten” sono troppo espressivi in questo contesto). Ed è puro metal quello che si sente in questo nuovo lavoro, metal con una chitarra infinita ma lontana da masturbazioni virtuose fine a se stesse, piuttosto siamo di fronte ad una vera band che ama il metallo a 360°: la copertina, dove c’è una sintesi dell’iconografia heavy che, ammettiamolo, ci gasa e ci pompa fin dalle origini; la musica: incalzante, potentissima… melodica, con le giuste power ballad, con le giuste emozioni espresse in musica poderosa; e poi gli assoli… la chitarra è e sempre sarà lo strumento simbolo di questo genere…e su “Into The Storm” Axel la fa suonare in un modo che può solo farci impazzire, esaltare, esplodere. Ed ecco allora il riff di “Tower Of Lies”, tirata, sostenuta. E quel metal melodico, ritmato, leggendario di “Long Way To Go”? Imperdibile. “Touching Heaven” raggiunge livelli epici, mentre “When Truth Hurts” risulta essere una ballad struggente, che con parole, voce e chitarra arriva direttamente al cuore. La title track viene lasciata per ultima. Ottima idea, è un qualcosa da pregustare, da avere -possedere- con pazienza, dedizione, desidero. Un pezzo imponente che passa i dieci minuti di durata, piena di metal classico, di una atmosfera che riassume la storia del genere, che racchiude tutto ciò del quale noi metallo-dipendenti abbiamo bisogno ogni ora, ogni giorno, sempre, per sempre. Non c’è dannata ragione al mondo per la quale uno che ama il metallo e la chitarra, la potenza e la melodia, la qualità della composizione e la performance di ogni singolo musicista di una band debba farsi scappare un disco come questo. Non so se è il migliore della lunga carriera di Axel Rudi Pell (quindici dischi, senza contare, partecipazioni, cover, compilations, dvd… 53 anni, sulla scena da metà anni ’80…). So solo che è puro, vero, carnale, micidialmente ispirato. Questo è l’heavy metal. Questa è la vostra religione. E questo è uno dei vostri Dei. Inchinatevi. Adoratelo.
(Luca Zakk) Voto: 9/10