(Rossom Records) Era il lontanissimo 2003 quando la Scarlet Records inviò alla webzine con cui collaboravo allora “X Dark Years”, l’ep che celebrava i dieci anni di attività dei brasiliani Dark Avenger. Non conoscevo la band ma rimasi folgorato, così mi procurai subito il back catalogue (non ci misi molto, si trattava di due album!) e per qualche tempo aspettai una nuova uscita. Mi lasciava ben sperare il fatto che l’ultimo full-“length”, “Tales of Avalon: The Terror”, si offriva chiaramente come l’inizio di una serie… ma la mia attesa rimase disillusa per molto, moltissimo tempo. Addirittura fino a questo Natale, quando, grazie ai social network, scopro per puro caso che la band è ancora (o meglio di nuovo) in attività, ed ha finalmente pubblicato il seguito dei “Tales of Avalon”, stavolta intitolato “The Lament”. Da buon guardiano dell’underground non potevo che avviare dei contatti… ed eccomi qui, ormai undici anni dopo l’ultima volta, a cantare le lodi di questa power metal band brasilera. Il disco è complesso ma fruibile, e gli undici brani in scaletta si fanno ricordare per molti motivi; il tutto è stato prodotto da Tito Falaschi, fratello del più celebre Edu. “From Father to Son” è un’opener grandiosa: sinfonica, epica, potente, con un grande refrain e un lavoro chitarristico poderoso. Perfetto! Ora come allora mi entusiasma soprattutto il cantato di Mario Linhares, una specie di Ralf Scheepers con almeno un’ottava in più, perfettamente a proprio agio su acuti che farebbero impallidire Morby dei Domine… Maestoso e fluviale il ritornello di “The Knight on the Hill”, mentre “Broken Vows” è un mid-tempo drammatico e ‘cattivo’, con chitarre taglienti e un grande senso del ritmo (la batteria svela chiaramente l’origine brasiliana della band e fa pensare a cose degli Angra, o forse ancora di più degli Almah). Avvolgente power ballad con “Can you feel it?”: stavolta i toni sono più rock, e convince incredibilmente il coro di voci bianche sulla ripresa finale del refrain. Lo canto da giorni, e sommerso come sono di musica vi garantisco che questa cosa ha un grande significato… “Utther Evil” riprende e abbrevia il brano già presente sul mini di 10 anni fa, mentre “Sicorax Scream” ci investe in velocità. “Dead, yet alive!” spinge di nuovo su toni emozionali, grazie anche alla collaborazione vocale di entrambi fratelli Falaschi, e di Clarissa Moraes (che canta in una della band di Tito, gli Illustria). A chiudere le danze un altro brano epico e trascinante, “The Thousand Ones”. Per chi ancora crede nel power metal, questo è un disco decisamente da non perdere, e stare sicuri che varrà la lunga attesa di un viaggio dal Sudamerica! Per contatti talktodark@gmail.com.
(Renato de Filippis) Voto: 8/10