(Autoproduzione) Un nuovo lavoro dei Caelestis merita sempre una certa attenzione. Lo richiede l’architettura musicale, la profondità dei testi. L’intero concetto Caelestis è qualcosa che attira e chiede che i sensi dell’ascoltatore siano pronti a recepire i messaggi. L’ascolto di “Nel Suo Perduto Nimbo” (QUI) aveva svelato il forte potenziale del progetto di Cataldo Cappiello, chitarrista e autore che adesso è stabilmente affiancato da Vera Clinco, cantante dalla voce soave e dal batterista Flavio Staiano. La band napoletana,a mio modesto parere ha un margine di crescita che deve ancora conseguire. “Heliocardio” riattiva sonorità da sogno e trame anche di natura rock-metal, con i suoi squarci tra prog, psichedelia ed ambient, una voce che è un vento carezzevole, anche se a volte trovo difficile comprendere l’effettivo legame e dunque il grado di funzionalità tra la soavità della Clinco e le evoluzioni della musica. L’impressione è che siano su due piani nettamente differenti. Vedi le parti più dure di “Crollano le Stelle” dove chitarra e ritmi contrastano eccessivamente con la voce, tanto da renderla una lagna. La produzione di questo lavoro non è equilibrata, cosa che già nel precedente lavoro ho avuto modo di notare. Non sono completamente critico verso i Caelestis, perché questa band tenta di essere una sintesi tra attitudini appena metal, rock, elettronica e sfumature atmospheric, il tutto con un chitarrista che sa essere versatile. “Heliocardio” diventa così la traduzione sonora di sogni, oltre che di sensazioni profonde. L’album ha una sua gioia, un feeling di vitalità inesauribile e forse un pizzico di pretenziosità. Anche questa volta mi permetto di scrivere che questo sound è un viaggio, il quale però può diventare ancora più interessante.
(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10