(Napalm/Audioglobe) Bravi come sempre gli Xandria (lo dicevo anche QUI, per la pubblicazione del precedente disco); nonostante il lungo iato e i recenti cambi di carriera, possiamo ormai considerarli una delle istituzioni del symphonic metal europea. Avrete già capito, insomma, che il nuovo “Sacrificum”, forte di una produzione potente ma non barocca, è una gradita conferma del potenziale dei tedeschi. Il fatto che la band non scherzi per niente è chiaro fin dall’opener, che per inciso è anche la titletrack: dieci minuti quasi esatti di sinfonie epiche, che naturalmente rimandano ai Nightwish ma hanno comunque un tocco abbastanza personale (soprattutto nell’uso delle chitarre). La nuova singer Dianne van Giesbergen non sfigura certamente di fronte alle altre due che l’hanno preceduta nel corso degli anni. Potente e maestosa “Nightfall”, più indirizzata verso un power metal pomposo e ruggente, mentre è abbastanza radiofonica “Dreamkeeper”. Il mio pezzo preferito è la fluviale “The undiscovered Land”, le cui melodie mai troppo sparate né troppo veloci, ma sempre epiche e capaci di aprire ampi scenari, permettono a Dianne di esprimersi al meglio. Qualche gradevole spunto folk in “Until the End”: da pelle d’oca la prestazione vocale di Dianne nella power ballad sinfonica “Our Neverworld”, ma il capolavoro emozionale è posto alla fine, con “Sweet Atonement”, affidata soltanto a pianoforte e violino. Per chi ancora cerca il suo Wishmaster, un acquisto pressoché obbligato.
(Renato de Filippis) Voto: 8/10