(My Graveyard/Masterpiece) Se dovessi scegliere la band più rappresentativa della NWOIHM, non esiterei un attimo a fare il nome degli Axevyper. La band tosco-marchigiana, messa su dal chitarrista Guido Tiberi e dal singer Luca Cicero dopo lo split degli storici Assedium, si è già fatta notare sul mercato prima con il debut autotitolato e poi con l’ep “Angeli d’Acciaio”, interamente cantato in italiano; quest’ultimo in particolare mostrava la forza e la coerenza di una formazione che vive per il metal degli eighties e per un ideale senza compromessi che forse non è mai esistito, ma che nella musica di “Metal Crossfire” suona dannatamente reale. Il disco si compone di nove composizioni immediate, dirette e genuine, per un insieme che suona solido e compatto; con una intro che si chiama “Stygianuclear War”, del resto, credo sia subito chiaro cosa c’è da attendersi da questo disco! “Crossfire” è speed quanto basta per richiamare gli Omen e tutto lo US Metal con venature epiche di ormai trent’anni fa; anche il cantato di Luca Cicero si è fatto più fedele ai registri dei bei tempi che furono, e non credo sia inadeguato il paragone con Tony Moore. Mentre di “Reign of Terror” spicca in particolare la martellante sezione ritmica, “Agents of Chaos” è un’altra scheggia di heavy epic metal da qualche parte fra Manilla Road e Ironsword; poi “On Wings of Glory” mostra il lato più us metal della band. “Metal Tormentor” farà sfracelli dal vivo, ma il vero pezzo da novanta è l’epica “Victims of Tomorrow”. Dopo circa due minuti lenti e solenni, il brano esplode in una cavalcata dove entrambi gli axemen danno il meglio di sé nelle parti soliste. Si chiude con l’inno da stadio “March of the Metal Rockers”, abbastanza manowariano nello spirito e nei suoni. Poco altro da aggiungere: “Metal Crossfire”, pur nell’assenza di un ‘singolo’ in grado di elettrizzare tutto il mercato, si identifica con lo spirito dell’heavy metal così come è inteso dai defenders.
(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10