(Cruz del Sur Music) Due anni fa rimasi molto colpito dal debut dei Darkest Era: gli irlandesi dimostravano di non aver nulla da invidiare a Primordial, Suidakra e compagnia celtica, e l’appoggio della Metal Blade contribuì molto a farli conoscere a livello internazionale. Li ritroviamo oggi con la nostrana Cruz del Sur e i 45 minuti di questo “Severance”, un disco che piacerà sia ai pagan metallers che ai classici defenders. C’è infatti nel sound un chiaro sostrato di heavy metal tradizionale, chiaramente distinguibile agli ascoltatori più esperti, che potrebbe essere in grado di avvicinare a queste sonorità anche chi di solito non le frequenta. “Sorrow’s boundless Realm” mescola in percentuali diseguali celtic, death e black, per cui il risultato finale è a tratti anche più violento del sound dei Suidakra! In linea generale mi sembra che gli irlandesi abbiano appesantito il loro sound. Epico e solenne il refrain di “Songs of Gods and Men”, mentre il riff fiero di “Beyond the grey Veil” ha la forza e il fascino delle cose migliori degli Eluveitie. Candido certamente questo brano non troppo veloce, ma evocativo come non mai, a migliore dell’intero disco! Sorprende (positivamente) “The Scavenger”, che se fosse prodotta in modo meno ‘feroce’ sarebbe una hit NWOBHM; la conclusiva “Blood, Sand and Stone” ci riversa addosso otto minuti di melodie pagane e a tratti algide, sempre in grado di aprire all’immaginazione meravigliosi scenari che sanno di mitologico. I Darkest Era sono epici, forse questo riassume tutto: non come i vecchi Manowar, o come i Warlord, ma magari come i Doomsword, come gli Ensiferum, come i già citati Suidakra. “Severance” si presta ottimamente a nutrire il vostro spirito battagliero!
(Renato de Filippis) Voto: 8/10