(Svart Records) C’è molta scandinavia in questo progetto dal nome simbolico (Crepuscolo). C’è nelle origini, Norvegesi, ma anche nel sound, che nonostante trovi le sue radici nel folk acido britannico, riesce ad integrare componenti di folklore che non possono non far pensare ai paesaggi nordici dove natura, foreste e silenzio sono il fattore dominante. La connessione mentale che il loro sound stabilisce, comunque, porta direttamente anche ad altri mondi… quelli materializzati da geni quali Jethro Tull, Procul Harum, The Grateful Dead … e tutta quella galassia anni ’70, piena di magia e stranezza, ma anche di grinta, energia, spirito. “Offerpresten” regala folklore, epicità e nostalgia. “Gamle Aker Kirke” è in equilibrio tra quella nostalgia vintage, ambientazioni alternative, purezza, divagazione, libertà mentale. Irresistibile “Black Swift” con un groove stupendo… un pezzo che riesce ad avere anche connotati southern… quasi country… ma sempre in quel calderone stralunato e stupefacente del folk acido. “All Is Lost” prende il cervello e lo imprigiona tra suoni più robusti e strumenti a fiato, che armoniosamente si avvicendano attorno un cantato che è quasi una filastrocca deviata, capace di ipnotizzare e sottomettere. La conclusiva title track eleva l’assurdità a livelli d’arte, integrando suoni passati in concetti moderni, geniali, coinvolgenti… una traccia che nei suoi oltre quattordici minuti rivela significati, descrive mondi, costruisce fantasie. Un album che cresce morbosamente con gli ascolti ripetuti: il suo suono, le sue ritmiche, le sue idee, le sue strutture… si installano subdolamente nella mente, diventano indimenticabili, impossibili da ignorare… creano dipendenza. Ed in questo contesto la dipendenza è bella, è un tunnel irresistibile… un tunnel la cui uscita non è supportata da alcuna motivazione sensata. Semplicemente è grandioso nascondersi dentro, cercando protezione, rifugio, alienazione. Piacere assoluto.
(Luca Zakk) Voto: 9/10