(Pure Steel) Ai tedeschi, o più precisamente in questo caso agli austriaci, piace troppo l’heavy metal classico per inserirvi differenze e variazioni. Così il nuovo album dei Mortician, il secondo (QUI la recensione del precedente), è un atto d’amore al sound degli eighties, che finirà direttamente nelle mani dei defenders e probabilmente sarà ignorato da tutti gli altri. La titletrack evidenzia subito la genuinità del sound, ma anche i difetti della produzione: in generale non ci distanziamo molto dal sound dei Paragon, anche per la voce rude di Daniel Khan – che però in un passaggio si atteggia a Biff dei Saxon. Ecco, sono proprio i leoni inglesi il riferimento principale per il riff di “Eagle Spy” e soprattutto di “Rock Power”, scopiazzato a man bassa da quello di “Power and the Glory”. “Hate” sfiora quasi il thrash, dando la possibilità a Khan di concedersi una interpretazione sopra le righe; molto catchy “Promised Land” prima della martellante “Wrong Way” che chiude la scaletta. Gli austriaci, tornati in pista da cinque anni dopo qualche produzione minore negli anni ’80, eseguono il loro compito abbastanza bene, ma con un piglio di maniera.
(René Urkus) Voto: 6,5/10