(Mighty Music) Ben strano, il debut dei russi Estate: di base, questi ragazzi (assai simpatici nell’immagine) suonano un power metal tastieratissimo, da qualche parte fra Sonata Arctica, Freedom Call e Pathfinder, ma il loro “Fantasia” ha delle clamorose cadute di stile, e una disomogeneità di fondo che disorienta l’ascoltatore. Vediamo allora in dettaglio. Dopo una “Intro” stranamente pomposa, “Hero” è la classica tirata in doppia cassa, per nulla disprezzabile: i Sonata di qualche anno fa sono forse il referente più vicino. “Tarantella” (sì, “Tarantella”) sfocia in un power/folk godibile, e ancora va bene… poi “Silent Dream” vira su sonorità molto più rocciose e classiche, e “World without you” è una ballad laccatissima, su sonorità rock più che metal, ma con un break strumentale fin troppo duro e a contrasto. Si cambia di nuovo tutto con “You’re not alone”, hard rock con keys fine anni ’80; “Absolutely true!” è ancora hard rock, ma così sguaiato e caciarone da dover essere per forza uno scherzo… poi “Holy Land” ha una base di keys elettroniche simile a quella di “Neverending Story”, montata su un brano alla Freedom Call! L’orrore potete immaginarlo da soli. Si torna al power con “The War”, nulla più che graziosa, poi finalmente un buon pezzo, con begli inserti acustici: “The Night of Asura”. Con “I’d rather die” torniamo a un giro folk, ma ormai il disorientamento di chi ascolta è totale. Gli Estate in 50 minuti attraversano almeno cinque generi, e il risultato finale sembra un minestrone privo di coesione e di personalità. Sarà una delle mie fisse, ma mettere insieme brani troppo differenti a mio giudizio non compone un vero album. Poi se vi basta qualche tastiera sbarazzina accomodatevi pure…
(René Urkus) Voto: 5/10