(Pitch Black Records) Mi ricordo bene degli Holy Dragons, questi terroristi kazaki che conobbi in occasione del precedente disco “Zerstörer” (recensito QUI). Li ritrovo oggi, sempre con la Pitch Black Records, con un album (il sedicesimo della loro carriera!) meno pazzoide e geniale, ma comunque godibile. Dopo una breve intro acustica dai toni quasi spagnoleggianti, “Gunship from Hell” rovescia sull’ascoltatore un power/thrash sguaiato e feroce, che però ha il difetto di una insufficiente resa dei suoni di batteria. Interessante, invece, l’inatteso strumentale “Old School Space Battles”, che come da titolo è una passerella di assoli priestiani con qualche suono da videogioco anni ’80 nel mezzo! Ancora power sporco, quasi alla Iced Earth, con “Majestic 12”, ancora speed/thrash ubriacante (e un paio di acuti da spaccare i vetri!) con “Three Ways of Genocide”… il disco va così veloce che faccio fatica a capire dove finisce un pezzo e ne comincia un altro! Si rallenta soltanto (ma a tratti) con un altro strumentale (strano!), “Unlicensed Sky Driver”, con delle chitarre taglienti come non mai. Arriviamo così alla titletrack, posta in conclusione, con la quale siamo praticamente dalle parti degli Helstar. Se amate il buon vecchio metallo di una volta, soprattutto con tonalità americane, è pronto per voi il “Dragon Inferno”!
(René Urkus) Voto: 7/10