(Scarlet Records) Sono stati degli interessanti newcomer (ho recensito il precedente album QUI, agli albori di questa webzine), e ci hanno messo quasi cinque anni per un nuovo disco: i Furor Gallico si confermano fra gli esponenti di punta del pagan metal italiano, anche se devo osservare, in tutta onestà, che il debut mi è piaciuto di più… ma questo non può togliere a “Songs from the Earth” le giuste lodi che si merita. Si comincia con “The Song of the Earth”, un pagan fierissimo e primordiale, dove spiccano gli inserti di arpa che richiamano in qualche modo i più solari Folkstone. Con “Wild Jig of Beltaine” siamo in territori celtic/folk che a me fanno pensare immediatamente ai Cruachan, ma credo che non siamo troppo lontani neanche dai Suidakra. Con “La Notte dei cento Fuochi” abbiamo il primo brano in italiano della scaletta (ne seguiranno altri tre): il testo funziona e il sound si incupisce leggermente, arrivando a un finale con cori pieni e dal sapore rituale. Decisamente singolare “Diluvio”: una power ballad con un testo e un andamento che sarebbe andato bene alla maggior parte delle band italiane di rock più leggero, ma che funziona bene anche con gli arrangiamenti pagan. “Squass” è una divertente ballad da taverna, ancora con il testo in italiano che descrive in dettaglio una sbronza epocale; ottima anche “To the End”, con i flauti che danno un tocco nostalgico all’atmosfera stentorea e guerresca. Decisiva anche la chiusa con “Eremita”, un altro pezzo dall’atmosfera ‘tragica’ (nel senso nobile del termine) dove violino e arpa si ritagliano spazi importantissimi. Il tour parte ai giorni, non perdeteli live!
(René Urkus) Voto: 7,5/10