(Sony Music) Cinquant’anni di carriera e non sentirli! Dopo il Farewell Tour dello scorso anno, gli Scorpions hanno cambiato idea e, anziché appendere gli strumenti al chiodo, pubblicano questo album, che mostra una band ancora in ottima forma dal punto di vista esecutivo. Le composizioni, a quanto pare, risalgono agli anni ’80, ma non sono mai state utilizzate fino ad ora. Ma sarebbe un grosso errore vederle come pezzi di scarto. I brani, infatti, graffiano, mettendo in mostra un po’ tutte le caratteristiche che la band Teutonica ha messo in mostra in oltre mezzo secolo di storia. Si parte con l’incalzante “Going Out With A Bang”, heavy rock dalle vaghe reminescenze hendrixiane nel riffing e classico chorus semplice e memorabile. “We Built This House” è il primo singolo: trattasi di un mid tempo orecchiabile, anche se piuttosto ordinario, dal refrain talmente ruffiano da risultare stucchevole, ma allo stesso tempo si stampa in testa e non se ne va più via. “Rock My Car” è puro hard rock, dall’incedere che ricorda molto da vicino i Rainbow di “Long Live Rock’n’Roll”. Strepitosa la prova vocale di Klaus Meine, che a dispetto delle sessantasette primavere, conserva una voce graffiante ed incisiva. Non può mancare la ballad, settore in cui gli Scorpions sonoi maestri indiscussi, basti pensare alle stra famose “Still Loving You “ e “Wind Of Change”; “House Of Card” è un lentone acustico, ricco di melodia come solo loro sanno fare. “All For One” pesca dalle sonorità di “Crazy World”, con le strofe che ricordano un po’ il brano “Restless Nights”, mentre il ritornello è anthemico, in cui viene semplicemente ripetuto il titolo. “Rock’n’Roll Band” è un fast hard rock alla Deep Purple, periodo “Burn” trascinante e movimentato. Il ritmo rallenta in “Catch Your Luck And Play”, altra song dal ritornello anthemico e assolutamente catchy, così come “Rollin’ Home”, che mi ricorda molto da vicino i Queen di “We Will Rock You”. “Hard Rockin’ The Place” è rocciosa, dal ritmo non troppo elevato, ma potente e melodica allo stesso tempo. “Eye Of The Storm” è una ballad semi acustica dotata di ottime linee vocali e grandissimi assoli, non eccessivamente complessi, ma ricchi di feeling. “The Scratch” accelera i ritmi, per un hard rock veloce e graffiante alla “Now!”. L’album si chiude con “Gypsy Life”, struggente ballad che richiama le sonorità di “White Dove”. Un album che raccoglie tutte le sfumature che hanno reso grandi gli Scorpions in cinquant’anni di storia, dimostrando che questi ragazzini quasi settantenni ci sanno ancora fare. Bentornati!
(Matteo Piotto) Voto: 50(Cinquanta!)/10