(Argonauta Records) Dopo una decade passata in giro per i palchi a farsi le ossa approdano su disco i veronesi Kayleth, dediti a uno stoner tutto cactus e deserti mistici. La ricetta da loro propostaci consiste in una sapiente miscela fatta di chitarre rigorosamente punk, suoni spaziali, batteria ignorante e minima uniti ad una voce che sa di Chris Cornell e Ozzy Osbourne. L’impasto ha un gusto decisamente convincente e soprattutto vario, con pezzi lenti intramezzati da prove nettamente più veloci. La parte ritmica dona quel retrogusto di live tipico della registrazione in presa diretta. Le chitarre sono senz’altro l’elemento messo più in risalto, sempre a servizio di un generale mood da deserto del Nevada. La tavolata offerta dai Kayleth va assaporata tutta, fino al dolce. Perché probabilmente questi veronesi hanno trovato la ricetta perfetta. Sazianti.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 7,5/10