(Nuclear Blast) Anche se di norma i miei ascolti sono molto più ‘tosti’, non posso negare che i Korpiklaani di inizio carriera mi abbiano divertito e convinto. Fino a “Tales along this Road” credo infatti che la verve dei finnici si sia mantenuta intatta e prolifica. Poi, inevitabilmente, c’è stato un rilassamento, un ripiegarsi su una formula che portava successo ma era anche molto limitata sotto il profilo musicale: “Manala” (QUI recensito) ha invertito questo trend, e anche il nuovo “Noita” manda qualche segnale positivo. Finalmente c’è di nuovo una opener vincente, da cantare saltellando sulle note del suo scatenato violino: si tratta di “Viinamäen Mies”. Briosa e accattivante anche “Pilli on Pajusta Tehty”, “Lempo” è invece un mid-tempo con linee vocali ritmate e sciamaniche già sentito molte volte nella discografia della band – per cui non si capisce proprio perché sia stato scelto come singolo. Si torna a ritmi ballabili con la godibile “Sahti”, ma poi seguono un paio di pezzi non memorabili, decisamente lenti, e dove il problema sono ancora queste vocals recitate ritmicamente sempre allo stesso modo: così, i timidi esperimenti di “Minä Näain Vedessä Neidon”, che vorrebbe scuotere la scaletta con una impostazione leggermente più seriosa, da pagan quasi classico, non sortiscono l’effetto dovuto. Molto meglio “Jouni Jouni”, rilettura rock/folk del brano “Mony Mony” portato al successo da Billy Idol; con il quasi power di “Sen Verran Minäkin Noita” si chiude un album che almeno tenta di dare una scossa a una discografia fin troppo statica. Il bilancio a conti fatti è positivo, anche se l’epoca d’oro di questa band mi sembra ormai definitivamente tramontata.
(René Urkus) Voto: 6,5/10