(Autoproduzione) Riuscirà a tenere alta la qualità per tutti i sei capitoli di questa saga sonora Vittorio “Eurynomos” Sabelli? A questo punto, terzo capitolo dei ‘Sei Elementi’, il fuoco, pubblicato dopo terra e acqua, si avverte la sensazione che le idee di questa formazione black metal sono vaste quanto un continente. “The Six Elements, Vol.3 Fire” fonde in modo equilibrato un black metal vagamente Shining (tanto per dare un’idea del timbro imposto dai Dawns) a eleganti e fini ghirigori melodici tratteggiati da clarinetto e sassofono oltre agli archi. Un connubio che rasenta l’eleganza. “Enoga’s Bells 1566 a.d.” che segue l’intro “Awakening of the Old Flame”, è un abisso le cui porte si spalancano con fragore e seducente estasi sonora. Il black metal oscuro e vibrante viene contornato dai fiati che si destreggiano su melodie che valorizzano la musica dei Dawns. “Pompei (Vesuvio’s Waltz)” esporta un’atmosfera eterna dalle note, qualcosa di epocale che nella fase centrale del pezzo si riduce a un minuetto di fiati che anticipano una fase cruda, spietata…l’esplosione del gigante dormiente! Tutto il resto è un’arte non inferiore. La magia di “Winter Solstice” si adagia su acustica e breve cenno di black, per una dimensione sonora arcaica e soave, “Homecoming” in un certo senso potrebbe essere l’hit dell’album, per il suo esemplare black metal un po’ d’atmosfera, foderato dai ghirigori degli strumenti non metal che tingono un altro affresco più che grazioso. Chiude “Outro n.3 (Kvit of the Fire)”, appunto un’uscita di grande impatto melodico che si amplia su terreni dark metal. Rispetto a “The Six Elements, Vol.2 Water” (QUI) si registra l’ingresso alla voce di Raato, ben incastonata in questo gioco sonoro che alterna il black ad altro, proprio come i Dawns si sono sempre dati pegno di fare.
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(Alberto Vitale) Voto: 8,5/10