(Einheit Produktionen) Da più di vent’anni, i tedeschi Saxorior si dedicano a cantare le gesta del ‘loro’ popolo, i sassoni: “Saxsen” è il loro settimo full-“length” e segue ad una pausa di ben otto anni. Dalla copertina ‘antica’ capirete subito che siamo in presenza di un pagan/black fiero e primordiale. “Hinreise” (‘Viaggio d’Andata’) è una trionfale intro sinfonica di quasi quattro minuti, dai caratteri scopertamente bathoryani (nel primo minuto sembra quasi di ascoltare “Shores in Flames”): cede il posto alla marziale e cadenzata titletrack, di oltre nove minuti, che riverbera di Mythotin, Thyrfing, Kampfar, e soprattutto dei vicini geografici Black Messiah e XIV Dark Centuries. In “Litus Saxonicum” subentrano le classiche sfuriate black; i nostri non potevano certo trascurare il massacro di Verdun, narrato in una lunghissima suite epica di circa undici minuti, “Bultbad von Verden” (‘Il Bagno di Sangue di Verden’). Paradossalmente si tratta del brano meno riuscito: una prima parte un po’ statica è interrotta da una fase parlata, e solo con la ripartenza in velocità abbiamo un po’ dell’epos che mi sarei aspettato da subito. Dopo la marziale “Stellinga”, l’epicità esplode finalmente, fluviale, incontrollabile e in pieno Equilibrium-style, nella conclusiva “Ruekkehr” (‘Ritorno’): meglio tardi che mai! A conti fatti, “Saxsen” si rivela un buon disco di genere, buono soprattutto per i nostalgici.
(René Urkus) Voto: 7/10