(I, Voidhanger Records) Pura pazzia. Roba da ricovero. Parliamo chiaro: se cercate musica anche remotamente convenzionale, cambiate disco, cambiate recensione. Se siete alternativi, estremi, folli e artisticamente disinibiti…. cambiate disco! cambiate recensione! Se appartenete ai pochi eletti prematuramente privati di lucidità, senno ed un minimo di logica umana… ecco… forse queste tre tracce (totale un’ora ed un quarto!), questo ritaglio di creatività (dis)umana è per voi. Il “soffio della morte” è sempre imprevedibile, cosa ampiamente dimostrata in quindici anni di assurda carriera, tra i dipinti, le poesie e la musica del bavarese Martin Lang, la mente (o l’assenza della stessa) dietro ai Todesstoß. Black metal, dark, ambient. Grida psicotiche in perfetto stile Silencer, Akitsa e Glomb. Suoni assurdamente combinati: da scenografie tetre, a ritmi pseudi tribali. Da chitarre sofferenti ad armoniche a bocca apparentemente senza senso. Musica? Oppure atti di un teatro senza immagini, con il sipario calato? Canzoni oppure una manifestazione in sequenze sonore di un labirinto mentale zeppo di incubi ed atroci orrori? Assurdo. Fuori dai confini. Ad un livello musicale che ormai poco ha a che fare con la musica stessa. Quasi Tähtiportti/Opium Warlord, ma in piena crisi epiletticoschizoide. Un genio. Perverso, deviato, ma assolutamente geniale.
(Luca Zakk) Voto: 9/10