(Century Media) Dalle foto ritraenti il gruppo non mi aspettavo nulla di buono, invece sono stato piacevolmente smentito. Difficile dare una connotazione musicale ben precisa alla proposta sonora del combo. Diciamo che potrebbero essere visti come il crocevia ideale tra i Doors e gli Opeth più acustici, tra gli Anathema e gli Orange Goblin. Di sicuro è presente la componente folk, ma per fortuna non in misura massiccia. Con un inglese dal timbro smaccatamente anglosassone, il cantante ci introduce in canzoni dalla struttura semplice ma con il gusto retrò tipico degli amanti della psichedelia anni ’70. Anzi, l’intera atmosfera di base è propriamente settantiana, ma le incursioni nel metal anni ’80 e nelle melodie doomeggianti stile Mechanical Poet sono riconoscibilissime e ben inserite nel contesto. Tutto contribuisce a creare una amalgama totalmente inedito e piacevolmente estraneo al Metal. Provare per credere.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 7,5/10