(Signal Rex) Dopo molto digitale e pure una cassetta in edizione limitata, debuttano su CD questi Atila, ovvero un side project della mente che sta dietro il progetto black/noise Örök proveniente dal Portogallo. Ma Atila non è black, anche se c’è tutta l’oscurità del black; Atila è dark ambient, dark electronica. Un sound pieno -zeppo- di atmosfere tetre, marce, inquietanti, decadenti e possedute. Un ambient molto ostile, ricco di noise, di sonorità acide, ritmi marziali che sconfinano deliziosamente nell’industrial, generando momenti soffocanti, claustrofobici, laceranti. Oltre quaranta minuti di ritmo coinvolgente, seviziato da suoni, rumori, approcci sconvolgenti con una sola terrificante parentesi vocale su “Homem” (tra l’altro con un guest vocalist). Fantastica l’assurdità di “Ritos Fúnebres”, una versione digitale e ‘assurdo-cratica’ di una marcia funebre, l’ultimo addio ad un altro inutile essere che si spegne in questo mondo senza speranza. Inospitale “Marcha da Cinza”. Intensità senza respiro su “Colapso”. Orrore e doom post nucleare su “Carne” e nell’inquietante “Acreção”. Non è metal. Non ci sono ritmiche a base di chitarra. Non ci sono frontmen e inni all’headbanging. Qui tutto è tastiere, beat, digitale, elettronica. Ma c’è tutta la morte e l’orrore descritta dai generi più estremi del metallo. Anzi, forse qualcosa in più.
(Luca Zakk) Voto: 7,5/10