(Non Serviam Records) Terzo lavoro per il trio svedese, ormai attivo da quasi quindici anni. Quindici anni di underground, di black puro, fedele ai canoni tradizionali, sia musicali che d’immagine. Melodici e feroci, vantano ritmiche travolgenti (molto ben mixate, con un basso estremamente presente e coinvolgente) ma anche parentesi atmosferiche molto ben concepite, grazie anche ad un uso moderato delle tastiere. A livello generale pagano un dovuto tributo agli Immortal, sia per direzione stilistica che per l’impostazione vocale di Hravn, ma non si tratta certamente di una copia, in quanto le otto lunghe tracce dei Rimfrost riservano molte sorprese, offrono imponenti cambi andando a sfiorare anche territori di confine più vicini a death o thrash, creando ritmiche che coinvolgono ed annientano costantemente. Variegata “As The Silver Curtain Closes”, offre diverse parentesi, dal pesante all’atmosferico. “Saga North” meglio rivela l’essenza della band, con quelle impostazioni ‘Immortal-i’ intensificate da una chitarra ricca e fantasiosa, sopra linee di basso esaltanti. Superba “Beyond The Mountains Of Rime”: forse la traccia più lineare e meno fantasiosa, ma sicuramente tra le più efficaci grazie a quei mid tempo diretti sostenuti da un drumming impostato sul puro assalto frontale. Fantastici gli arpeggi distorti della decadente “Dark Prophecies”, più feroce e fredda “Ragnarök” collocata prima di un altro esempio del sound dei Rimfrost, “Cold”, questa volta arricchito da cori molto ben fatti ed atmosferici. Ancora atmosfera, ma anche una grinta ricca di fantasia con “Witches Hammer”, una canzone che grazie alle tastiere innalza la resa epica e teatrale, senza dimenticare la remota parentela con il death metal. La lunga e conclusiva “Frostlaid Skies” congeda con crudeltà, freddezza ed una sequenza di riff mid tempo ai quali è difficile resistere. Una band che nonostante la maturità artistica data dal tempo, offre un album che sembra quasi al debutto. Ma è un debutto non certamente per la qualità, sempre molto alta, ma per la scarsa notorietà finora raggiunta. Molto probabilmente la cose cambieranno con questo lavoro omonimo, il quale saprà offrire al trio nordico lo spazio sulla scena che giustamente si merita, specialmente dopo tre lustri di fedeltà alle frontiere più oscure della musica estrema.
(Luca Zakk) Voto: 8/10