(Nuclear Blast Records) Dove eravamo rimasti con Wagner e soci? Ah si, il più che buono “21”. Si, perché i Rage, a fronte di una discografia sterminata capace di abbracciare moltissimi generi musicali, ha sempre cambiato pelle lentamente. Ecco che il discorso di distacco dal mood sinfonico cominciato con “Curved In Stone” si è qui concretizzato appieno con la loro ventiduesima opera discografica. Nuovo corso completato quindi e nuova formazione, già la seconda coppia nuova dopo il devastante duo Terrana/Smolski. Come suonano quindi i Rage dopo quattro anni di silenzio? Il suono è Rage fin ai tessuti più interni del midollo, e la prima omonima traccia sembra mettere le cose in chiaro fin da subito: nessuna intro, nessuna apertura sinfonica, solo potente e roccioso metallo germanico. I nuovi compagni del bassista fanno il loro grezzissimo lavoro e tutto fila liscio per una track dal retrogusto vagamente novantiano. La seconda “My Way” sembra un giro a vuoto, quasi una sigla da cartoni animati, quasi un riempitivo, ma già con la terza traccia le cose sembrano riassestarsi. Classici cori power per una canzone comunque piuttosto leggerina e dal sapore megadethiano. Finalmente la durezza del suono sembra riprendere il controllo con la semi ballad “War” e la successiva “Ocean Full Of Tears”. L’ombra di Mustaine allunga le proprie propagini un po’ in tutto il disco, un’opera piacevole e con pochi cali di tensione, presenti soprattutto all’inizio. Diciamo che dopo quattro anni di attesa mi aspettavo leggermente di più, parlando da fan di vecchia data del combo… Probabilmente la line up deve ancora oliare e rodare i propri metallici intenti, quindi per il momento limitiamoci a dire che veramente il Diavolo ha colpito ancora, ora la mossa a Wagner e soci per una pronta risposta.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 7,5/10