(Scarlet) Non è passato neanche un anno e mezzo dalla pubblicazione di “Transposed Emotions” (QUI), ed ecco i romani Secret Rule tornare con un nuovo album, che mi sembra ancora più convincente di quello che l’ha preceduto. “Machination” presenta undici brani moderni e accattivanti, che si collocano ancora una volta all’intersezione fra diversi generi, ma forse stavolta hanno qualche punto di contatto in più con il female-fronted metal più boombastico. Da menzionare è inoltre la presenza di due ospiti fissi (oltre a numerose altre partecipazioni ‘one shot’): Henrik Klingenberg (Sonata Arctica) alle tastiere e Sander Zoer (ex-Delain) alla batteria. Vediamo allora la tracklist. Suoni elettronici e un ritornello azzeccatissimo, che mi ha molto ricordato le atmosfere dei primi Epica, per “Ex-Machina”; ritmata e intensa “The Saviour”, per la quale farei il nome dei Vision of Atlantis, mentre è molto particolare (e ben riuscita, sia chiaro) “Dolls”, che mescola tempi più sostenuti, una linea vocale originale, qualche growling (di Janneke De Rooy), e in generale mostra un tocco ancora più moderno. Meravigliosa la power ballad “My Image”, reminiscente dei migliori Within Temptation, dove Angela Di Vincenzo sfodera un’altra prestazione vocale sensuale e convincente. Con “You’re the Player” siamo praticamente dalle parti di un power ruggente, quasi nervoso, ma sempre sul pezzo. Ci godiamo ancora i chitarroni potenti, che sanno tanto di scandinavo, di “Short Stories”; sognante la conclusione “A Mother”, che unisce una certa potenza a un tocco davvero magico e oserei dire romantico (in particolare con i cori del finale). Metal made in Italy che suona davvero europeo: una band che merita grande attenzione!
(René Urkus) Voto: 8/10