(Mighty Music) I Tygers sono una leggenda ha origine alla fine degli anni ’70, ovvero prima della maggior parte della old school ancora in giro o ancora capace di accendere il fuoco dei fans. Certo, vari scioglimenti ed una lunga pausa cancellano una persistenza che si estenderebbe per 38 anni, ma le origini rimangono quelle e pure la presenza del membro fondatore Robb Weir, soluzione di continuità tra l’allora e l’oggi. Un oggi che vede la band in perfetta forma, con una line up abbastanza stabile (Jacopo Meille, proveniente dalla nostra penisola, rimane il frontman come nei precedenti due album)… e dannatamente esplosiva! Si possono sfogliare tutte le pagine della storia della band, si possono citare tutte le similitudini e somiglianze. Può essere detto o scritto un po’ di tutto, ma un disco NWOBHM, hard rock ed heavy metal di questo livello, di questa efficacia, bellezza, perfezione e potenza risulta molto difficile da scovare, sia tra le nuove leve che tra i nomi storici, siano essi classificati tra i VIP, l’underground o le vie di mezzo! “Tygers Of Pan Tang”, l’undicesimo album, è un concentrato di metallo, è l’essenza dell’hard rock… un disco spaziale, diretto e dannatamente efficace! Provate con un superficaile ascolto, forse due; poi aspettate tre giorni… ed eccolo li! Il brano che canticchierete sotto la doccia o andando al lavoro sarà probabilmente “Only The Brave” o “Glad Rags”, eternamente tatuato nel vostro cervello! “Only The Brave” è devastante: scatena un isterico headbanging che difficilmente potrete controllare, fermare, sedare… mentre il singer tuona con passione ed energia. “Glad Rags” è seducente, bluesy, schizzata: il punto d’unione tra hard and heavy, con un ritornello micidiale ed un crescendo finale che ridefinisce il groove. La power ballad “The Reason Why” rivela maestria: una lezione di prestigioso in chiave hard rock. Elettrizzante ed irresistibile “I Got The Music In Me”, seguita dalla melodica “Praying For A Miracle”, un brano con arrangiamenti veramente ben curati, con sfaccettature intelligenti e diversi aspetti attraenti, come quella chitarra acustica annegata nella ritmica heavy distorta. Rabbiosa “Blood Red Sky” mentre la conclusiva “The Devil You Know” saluta con un hard & heavy travolgente e violentemente graffiante. La storia insegna che i grandi successi, quelli immortali, sono sostanzialmente ottimi brani con la capacità di imprimersi nei i neuroni, diventando parte integrante della mente, del pensiero, della storia di un individuo; ebbene, dentro questa release più della metà brani vanta questa caratteristica, con il rimanente materiale di sempre di alta, altissima, qualità! Un disco intelligente, complesso ma brutalmente immediato: un metallo che non fa giri di parole, non si nasconde tra metafore e labirinti dialettici; questo è un metallo che perfora il cranio e deposita il seme di una pianta infestante, impossibile da estirpare. Un metallo che ti grida in faccia quello che deve dire, prendendoti a schiaffi, mancandoti di rispetto. Sintesi del metallo, riassunto nella sua essenza. Un vero e proprio aforisma dell’heavy metal!
(Luca Zakk) Voto: 10/10