(Napalm Records) Album X! Anno XX! I mitici eroi svedesi sono veramente stati costruiti per durare, arrivando forti come l’acciaio al ventennale di carriera, al decimo full length! Ed io, a due anni dal precedente “(r)Evolution”, mi trovo a formulare gli stessi pensieri: gli Hammerfall fanno sempre la stessa roba. Pure i testi credo siano sempre quelli, rimescolati e rivisti. Pure lo sviluppo degli album è simile con una corrispondenza della tipologia dei brani (tirata, catchy, corale, tragica, ecc). Ma diavolo… sono gli Hammerfall. Faranno sempre la stessa roba? Ma se lo fanno da vent’anni forse è una stessa roba che piace… e nella storia ci sono o ci sono stati altri grandi esempi simili… quindi? E poi, ad essere sinceri, chi mai vorrebbe degli Hammerfall diversi? A chi fregherebbe una variante prog degli Hammerfall? Oppure Viking? Magari pure Black? Ma per favore. Il loro stesso moniker li costringe a fare quel che fanno, quel power epico e maledettamente glorioso! È pazzesco: sento un album che sicuramente assomiglia agli altri e proprio mentre mi rendo conto di questo fatto m’accorgo che sono io che voglio che assomigli agli altri! Allora un pezzo fantastico come “Twilight Princess” non solo è avvolgente, ma viene associato automaticamente alle varie “The Fallen One”, “Remember Yesterday”, “Always Will Be” o “Dreams Come True”. Benzina per il piacere. Sovralimentazione per i ricordi di chi ha seguito una band per metà della propria vita, in un pezzo che esprime quella tragedia eroica nella forma ormai unica degli Hammerfall! Poi ci sono mazzate come “Hammer High” (già nota grazie al video) che scatenano feroce, sano e puro headbanging, con quei versi che tutti noi vogliamo sentire, roba eroica, roba epica, parole (‘I keep my courage blazing’ o ‘Protecting the steel, this is my deal’) che ti danno quella voglia di uscire al mattino armato di spada, elmo e scudo! E poi, oltre a questo palese ed estremo animo da ‘defender’, il brano regala dettagli stupefacenti, come le voci dei cori o l’assolo. “The Sacred Vow” è micidiale: quando la fantastica ugola di Joacim ti urla in faccia cose come ‘Fear the sound of metal, the clash when steel meets steel’ per poi inneggiare alla gloria con un sempreverde ‘We are defenders, the almighty’, allora non c’è altro che abbia senso, nulla importa, nulla conta… tranne la feda assoluta, l’unico vero dio, il vero metallo! Possente e veloce “Dethrone And Defy”, tirata ma melodica “Stormbreaker”, avvincente la title track, brano con un main riff spacca ossa ed un refrain superlativo (…’Templars of steel – We came here to win’…). Molto groove su “New Breed”, brano con un finale assolutamente intrigante. Chiude l’album l’ottima epic power ballad “Second To None”, brano che ad un certo punto si intensifica, diventando molto heavy con una chitarra di spicco. Parlavo del fatto che gli Hammerfall fanno sempre la stessa roba. Ma se questa stessa roba ti avvolge il cervello, ti entra in testa, ti fa cantare, pogare, scatena l’headbanging monopolizzandoti i pensieri e le idee, come ha fatto negli ultimi vent’anni, allora forse si tratta di una ‘stessa roba’ fantastica. Unica. Gli Hammerfall in vent’anni non sono usciti di un millimetro dal loro binario. E nonostante il tempo sono ancora efficienti, divertenti e capaci di esaltare l’ascoltatore componendo canzoni di altissima qualità, suonate in maniera sublime … e perfidamente irresistibili!
(Luca Zakk) Voto: 9/10