(autoproduzione) Andrea Cicala raccontò in un’intervista a Metalhead (QUI) che «suonare da solo mi permette di avere campo libero su tutto, e mi permette di fare cose che probabilmente non potrei fare se con me ci fossero altre persone». La sua musica è dunque il proprio totale campo libero dove mettere il suo pensiero. Andrea Cicala compone e registra da solo, si sente che la batteria non è il frutto di un essere umano, per il resto il rock/metal strumentale dai caratteri a volte lisergici, spesso prog e dalle atmosfere a tratti eteree e dolci è come dell’artigianato di buona fattura. Produzione ottimale, qualcosa che permette ai suoni di svilupparsi e protendersi verso l’ascoltatore. Del resto poi i suoni stessi, il loro carattere, il tono, la fisionomia, sono una parte integrante della musica di The Outsider. Un nuovo album per allargare ulteriormente i confini delle idee che il compositore ha dentro, dare loro spazio per costruire sogni e sensazioni nell’ascoltatore. Sempre difficile dare una definizione delle composizioni che caratterizzano un album di The Outsider, ma è chiaro che il dimenarsi tra rock e metal di Cicala e sempre attraverso le modalità sopraelencate, producono un’atmosfera ricca e soprattutto appassionata. C’è sempre emozione, umori e qualcosa di intimamente proprio in questi pezzi e ai quali ognuno riuscirebbe a rapportarsi per le melodie e le atmosfere. “How the World Became the Bomb” è suonato e pensato come sempre in maniera eccellente, perché il modo di lavorare di Andrea Cicala è quello di chi ha sempre «preferito scrivere anziché dedicarmi totalmente allo studio dello strumento […] Non so se è un bene o un male, ma poco importa. “Esprimere” significa tirare fuori un idea o un sentimento. Scrivere una canzone, per me, è il modo perfetto per farlo».
(Alberto Vitale) Voto: 8/10