(Dark Essence Records) Conobbi questa strana band norvegese in occasione del precedente album “Eight Ways”, il quale risale ormai al 2009. All’epoca mi attrasse la copertina, mi attrasse quell’aura strana, quella vocalist estremamente melodica, molto potente, ma anche schizofrenica e feroce. Dopo sette anni tornano, con una line up quasi immutata (è cambiato uno dei due chitarristi)… e con un crescendo di qualità per energia, registrazione, livello compositivo e trasmissione emozionale che trovo arduo paragonare. È molto difficile descrivere il genere dei Madder Mortem, senza abusare di una terminologia già vasta che spazia tra il progressive e l’alternative; Anche limitarsi a parlare di “metal” è un po’ restrittivo, anche se “Red In Tooth And Claw” propone una dose massiccia di dissonanze e violenze sonore da turbare il sonno, anche se le evoluzioni melodiche sembrano costruite per materializzare sogni. Alla voce c’è sempre quella prodezza della natura che risponde al nome Agnete M. Kirkevaag; Agnete usa la voce al massimo, la spinge ovunque, verso ogni limite o confine… senza barriere, senza indecisioni. Melodie dolci e sensuali, acuti collocabili tra il contralto ed il mezzosoprano, screams isterici compatibili con deviazioni di stampo metal core… una voce flessibile, adattabile, calda ma anche gelida, potente ma anche dolce, stimolante ma anche infernale. Tutto ruota attorno a lei, alle sue doti, al suo talento, ma la band riesce a tessere trame musicali complesse, e bastano brani come la grintosa “Fallow Season”, la violenta “Parasites”, la teatrale “The Whole Where Your Heart Belongs” o la strana e variegata “Returning To The End Of The World” -brano che spazia da un metal acido ad un pseudo bossa nova decadente- per dire al mondo che questa band attiva da oltre vent’anni non necessita di una discografia frequente per ricordare a tutti quale sia il loro livello di superiorità, questo livello artistico forse eternamente fuori moda, forse troppo complesso o troppo deviato ma sicuramente non comune. Se conoscete i Madder Mortem, allora questo disco è un must. Se non li conoscete, non abbiate paura; avvicinatevi; lasciatevi andare; abbandonatevi e abbandonate. Qui dentro c’è molto da capire, da imparare… in un costante equilibrio tra melodia, violenza, oscurità, luce, teatralità, decadenza … un equilibrio travolto da un livello artistico sconvolgente.
(Luca Zakk) Voto: 9,5/10