Crest of Darkness vuol dire 20 anni di black metal, quello non convenzionale, ed hanno appena pubblicato il fantastico “Welcome The Dead”. Ogni volta che mi siedo davanti ad un artista, non so con chi diavolo sto per parlare. Un pazzo? Un maniaco? Sarà timido? Devastato? Una mente logica o una deviata? Beh, con Ingar Amlien mi è sembrato di parlare con una mente brillante, in pieno controllo della sua arte e del suo business, e pure la sua oscurità senza fine sembra guidata da una cinica e fredda logica. E, cazzo, io doro queste cose, come adoro ogni singola parola delle sue risposte. Signore e Signori questo è Ingar Amlien, questo è il lato oscuro dei Crest of Darkness. (click here for English version)
MH: Hail! Sia chi fa queste domande e chi risponde non è più giovanissimo. Non si tratta di ventenni, tanto meno trentenni. Ma un tipo come me ancora ascolta questa musica come lo faceva negli anni ’90, ed un tipo come te suona questa musica molto meglio di un qualsiasi nuovo artista sulla scena. Però tu appari ancora giovane, ribelle ed innovativo. Come è possibile?
Ingar Amlien: Nel profondo suppongo che siamo entrambi le stesse persone che eravamo vent’anni fa, questa è la semplice risposta alla tua domanda. Può non essere tutta la verità, ma dopo tutto credo si dopotutto semplicemente così. Lasciami spiegare… la maggior parte della gente è molto entusiasta di quello che fa da giovane, ma poi mantenere lo spirito vivo attraverso il tempo non è sempre facile. Ho visto tanti musicisti entusiasti negli anni. La maggior parte aveva grandi ambizioni all’inizio della carriera, erano pieni di ispirazione, pronti a conquistare il mondo intero! Ma il tempo passa, il mercato musicale è un mondo duro, non sai mai cosa ti riserva il futuro. Poi ci sono le altre cose della vita…. vita in famiglia, figli, e tutto il resto… personalmente ci sono passato anch’io per tutto questo, ma per una ragione o per l’altra ancora amo essere nella scena metal! Lavoro con un sacco di entusiasmo con nuove releases, amo essere sul palco… semplicemente amo questa vita un po’ pazza! Quindi si!!! Mi sento ancora giovane, e sono sicuramente ancora un ribelle. E niente può farmi cambiare!
MH: Vent’anni dalla prima release, più di venti dalla prima incarnazione dei Crest of Darkness. Cosa ti spinse a fare questo allora, e cosa ti spinge a farlo oggi?
Ingar Amlien: Ho avuto una carriera abbastanza di successo con una band che si chiamava Conception agli inizi degli anni 90. I Conception erano una band melodica di metal progressivo. Abbiamo pubblicato quattro dischi e fatto dei tour di successo. Ho ottimi ricordi di quegli anni, e per certi versi è stato l’inizio di tutto, ma nello stesso periodo avevo anche molte idee per una band più brutale. Volevo fare musica più oscura, più aggressiva… Beh, Crest of Darkness è il risultato di quelle idee e di quelle visioni. Ed è ancora la stessa ragione che mi motiva a fare musica oggigiorno. Attraverso i Crest of Darkness esprimo i miei lati più oscuri, e faccio si che l’ascoltatore possa avere un assaggio del mio tetro universo, il mio proprio mondo oscuro!
MH: Nella mia recensione per il vostro album ho parlato di oscurità e violenza, quella antica, ancestrale, espressa in forma moderna: in quale modo sei così old-school, ma anche nuovo, fresco e così moderno da impostare nuovi limiti?
Ingar Amlien: Una delle principali ragioni per le quali i Crest of Darkness hanno un suono abbastanza unico è relazionata al fatto che non seguo mia nessuna “regola”. Non ho paura di mescolare nella mia musica elementi provenienti da diversi generi musicali. Ricordo che nei “vecchi tempi” non era “permesso” avere un assolo di chitarra melodica nel black metal, il suono doveva essere il più sporco possibile… Pure la copertina doveva essere di un certo tipo. Beh, io ho fatto tutto nel modo “sbagliato”, e molta gente non ha capito veramente che tipo di band fossero i Crest of Darkness. Qualcuno ci ha amato, altri ci hanno odiato. Ma la cosa più importante è che eravamo in grado di creare qualcosa di unico, e questo fece parlare molto della band. Dopotutto io non avrei comunque fatto nulla in altro modo! Sono fiero di aver sempre seguito le mie idee e le mie visioni, e con il senno del poi è stata la cosa più importante! Anzi, credo proprio che questa sia la ragione più importante per il fatto che siamo ancora qui in questo business!
MH: A proposito di quei nuovi limiti: il disco è black metal estremo, ma anche sinfonico senza essere sinfonico, con assoli melodici, ma sempre black metal puro, ed è pure atmosferico senza perdere un secondo in quelle cose teatrali o con effetti ampiamente abusate oggigiorno. Come ci sei riuscito?
Ingar Amlien: Di fatto ti ho già dato gran parte delle risposte a questa domanda. Ho molto esperienza musicale, e non ho paura di usarla quando scrivo nuove canzoni. Per ogni album, per ogni canzone, so già che tipo di atmosfera voglio creare. C’è sempre un accenno di malvagità nelle mie canzoni, qualcosa di sinistro… Ma per dare la vita alle mie canzoni uso qualsiasi elemento senza che me ne importi di cosa pensino gli altri, se quello che faccio è “giusto o sbagliato”. Io seguo il mio cuore.
MH: Parliamo dei testi. In mezzo a tutta questa oscurità, quali tonalità di grigio inserisci nei concetti dei tuoi testi?
Ingar Amlien: Sono un Satanista che segue la tradizione di Anton LaVey. Negli anni ho trovato il mio percorso nella vita, e magari non trovi nessuno come me in giro, ma devo dire che ho tratto molta ispirazione dagli scritti di Anton LaVey. Possiamo dire che lui e la sua Chiesa di Satana mi hanno fatto aprire gli occhi 25 anni fa. Fu l’inizio del mia “Via Della Mano Sinistra”. La mia vita da Satanista, il mio interesse per la storia, la cultura, l’arte, la poesia, il cinema, l’occulto, la religione, il folklore (in particolare il vampirismo)… tutto questo (e molto altro) messo assieme è la base del mio lavoro artistico.
MH: Personalmente c’è questa “Scourged And Crucified” che mi fa impazzire! Non posso credere che una canzone, permettimi, cosiì semplice possa essere così magnetica, catchy e … violenta! Come è stat creata?
Ingar Amlien: Sono contento che ti piaccia tanto quella canzone! Grazie! Beh, questa canzone è stata scritta come la maggior parte delle canzoni dei Crest of Darkness. Passo molto tempo a fare parti di chitarra, nuovi riff… tutte quelle parti mi girano in testa. Penso sempre alla musica. Ogni tanto incastro queste parti in una struttura e ci faccio delle nuove canzoni. Prima di vedermi con la band ed iniziare a provare una nuova canzone, di solito io ho già tutto pronto. Tutti gli arrangiamenti e quant’altro… quindi quando sono con la band lavoriamo velocemente, ma come capirai dietro alle canzoni c’è un lungo processo.
MH: Visto che ci siamo, come è stato creato l’intero album? Voglio dire, direzione sonora, copertina e pure il titolo.
Ingar Amlien: Per quanto riguarda l’intero concetto del disco, avevo fin dall’inizio delle idee molto chiare di come volevo che fosse. Volevo fare il disco dei Crest of Darkness più oscuro in assoluto. Allo stesso tempo sapevo che volevo fare un disco con molte varianti. Voglio che gli ascoltatori provino la sensazione di essere in un viaggio assieme a me e alla band, quando stanno sentendo l’album dall’inizio alla fine. Forse un po’ come leggere un libro o guardare un film. Per ottenere questo obiettivo, è importante che le canzoni, la copertina ed il titolo… lavorino assieme globalmente. Ci ho investito molto tempo per questa cosa. Anche trovare la giusta copertina è stata dura, ma quando Francesco Palumbo della My Kingdom Music mi mostrò le foto della scultura ‘Feto Zombie’ creata dall’artista italiano Andrea Falaschi, seppi immediatamente di aver trovato quello che cercavo!
MH: Parlami dell’ultimo brano. “Katharsis”. Che mi dici del suo significato, della sua origine e della collaborazione con l’attore norvegese Espen Reboli Bjerke?
Ingar Amlien: La musica di questa canzone l’ha fatta il nostro chitarrista, Rebo. Stava suonando il motivo di base in una delle prove. Non credo si aspettasse che sarebbe diventata una canzone dei Crest of Darkenss, ma l’idea è piaciuta a tutti e ci siamo trovati d’accordo nel cercare di farne qualcosa di buono. In studio abbiamo poi registrato la base e poi Rebo ha registrato uno dei migliori assoli di chitarra che io abbia mai sentito! Così pieno di emozioni! Lo adoro! Questo fantastico pezzo musicale mi ha ispirato nello scrivere il testo di “Katharsis”. Uno dei testi più importanti che io abbia mai scritto! Nel testo parlo dell’intera carriera dei Crest of Darkness, ho cercato di trovare l’essenza del mio lavoro… quell’essenza oscura che trovi in tutta la musica dei Crest of Darkness. Possiamo forse dire che si tratta della mia personale “catarsi”. Ed sono stato molto felice quando l’attore norvegese Espen Reboli Bjerke ha voluto fare la parte vocale del brano. La sua voce è perfetta per questo e innalza la canzone ad un altro livello!
MH: Dove vedi la tua band oggi, dov’era negli anni 90 e dove sarà dopo, diciamo, il 2020?
Ingar Amlien: Gli anni 90… beh, ci abbiamo fatto degli ottimi album, ma credo che stavo comunque cercando qualcos’altro. Lo sto facendo anche oggi, e questa è una ottima cosa, ma mi è più chiaro ciò che voglio fare. Ho sempre cercato di migliorare in quello che faccio, ma i Crest of Darkness sono “cresciuti” ora, e in sotto molti aspetti so cosa fare. Ho una visione chiara del futuro della band. Quindi nel 2020… se sono ancora vivo, posso prometterti che pure i Crest of Darkness saranno vivi! Non ci penso nemmeno di mollare questa cosa. Punto a pubblicare altri album, fare altri tour… semplicemente amo questo stile di vita!
MH: Qualche piano per portare “Welcome The Dead” sul palco qui in Italia?
Ingar Amlien: Abbiamo suonato in Italia due volte (con gli Shining nel 2013 e con i Marduk nel 2015), e ci piacerebbe molto tornare! Non posso per ora darti informazioni concrete, ma stiamo lavorando a nuovi piani per il tour. Diciamo che posso affermare ci sono ottime chances che torneremo in Italia abbastanza presto.
MH: Amo lasciare le ultime parole all’artista. Nel passato ho avuto risposte di tutti i tipi, da un freddo “ciao” a grandiose ed esplicite dichiarazioni offensive che coinvolgevano luoghi e idoli delle religioni più di massa. A te un messaggio ai miei lettori, i tuoi fans, ai fans italiani… e grazie per il tuo tempo!
Ingar Amlien: Credimi davvero quando ti dico che amo i nostri fans! Non saremo la band più grossa del mondo, ma abbiamo i migliori fans! Alcuni di loro ci seguono da più di vent’anni! Alcuni di loro mi seguivano anche fin dai tempi dei Conception. Questo significa molto per me e per la band, e ci da l’ispirazione necessaria per continuare a fare musica… Cerchiamo di fare ogni volta il miglior album dei Crest of Darkness! Certo, posso capire che c’è qualcuno che sta leggendo questa intervista che non conosce i Crest of Darkness… è normale, ma ricordatevi che siete sempre i benvenuti per visitare il mio Universo Oscuro! Saluti infernali a tutti voi, da parte mia e da parte dei Crest of Darkness!
(Luca Zakk)