(Svarga Music) Il black metal dei Paganland è un intreccio di symphonic, pagan e questo vorrebbe già dire tradizione, quella che vede protagonista l’Ucraina, la terra di provenienza della band. Nati nel 1997 grazie a Ruen, tastierista, i Paganland hanno pubblicato fino a oggi tre album. “From Carpathian Land” è un titolo piuttosto eloquente sull’atmosfera che si avverte nell’ascolto di questo nuovo album. Storia, radici culturali, probabilmente anche la fierezza di un popolo sempre attivo e molto positivo nel vivere, si respirano in questi trentasette minuti. Il black metal suona un po’ piatto dal punto di vista dei suoni, i ‘bassi’ sembrano scarseggiare e in generale sembra esserci un livellamento nei suoni. Un pezzo come “Black Mountains” testimonia la ricerca melodica prodotta nei momenti epici e ovviamente dal carattere pagan, oltre a un manto di tastiere che fronteggia sistematicamente la linea delle chitarre. La sonorità livellata è in evidenza anche in questo fronteggiarsi, perché tra i due strati è posto il basso laborioso che emerge però solo a momenti. “Belted By Spirit” vive di un ottimo lavoro ritmico del batterista Lycane, mentre il brano dove i tratti musicali folklorici sono ben marcati e innestati nel contesto black metal è la title track. Per quanto la produzione sia in parte discutibile, niente impedisce di valutare positivamente questa nuova prova dei Paganland. Tutto sommato i suoni sono udibili e ogni elemento riesce a ritagliarsi uno spazio e creare un suo ruolo in questo miscuglio di blast beat che sprigionano un black metal a volte dai toni che ricordano i primi Satyricon (in particolare nella canzone “At the Heart of Carpathians”, posta immediatamente dopo l’intro dell’album) oppure i Borknagar, e in altri un’epica millenaria inquietante e al contempo poetica. Un bilanciamento di umori, storie e suoni.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10