“Grazie per non avermi abbandonato a morire qui fuori al freddo”.
È questo che ci ha detto Carsten Altena, ridotto ad uno straccio, nell’incrocio tra l’Apollon e l’hotel dei The Monolith Deathcult... quando lui tornava allegro all’Apollon per un secondo round, mentre gli altri avevano girato verso l’hotel. Per fortuna lo abbiamo richiamato… salvando la sua vita, e quella della band.
Ma facciamo ordine. Sono uno di quelli che è qui al Blastfest 2017, a Bergen, mecca del black metal in Norvegia. Io ci sono ma il Blastfest no. CANCELLATO.
Però noi, cazzo, ci siamo! Noi, molte bands, centinaia di blacksters da tutto il mondo (letteralmente).
Io sono arrivato mercoledì sera. Aerei, bus, passeggiata per Bergen fino al B&B, ma è tardi. Per il giorno dopo ho grandi progetti… e me ne vado a letto.
Mi alzo presto. Beh, alle 7:45.
È ancora buio.
Il sole sorge dopo le 8:00… e per mia fortuna c’è il sole per davvero, con cielo blu e limpido!
Dal passare 3-4 giorni ad assistere a innumerevoli concerti, dalla mattina alla sera, come inviato stampa, il mio viaggio si è modificato in una mezza vacanza. Quindi in valigia, da buon sportivo quale sono, non riesco a farci stare la MTB… ma tutto l’abbigliamento per fare hiking.
Ottima colazione e via con quello che io chiamo il “treno diagonale”, ovvero il Fløibanen verso il monte Fløyen.
Lassù parto per una camminata in solitaria di 10km, occasione per lasciarmi alle spalle il mondo intero, per immergermi nella natura norvegese. Ve lo garantisco: un viaggio da queste parti visitando la natura fa capire molte cose, considerando la musica che ascoltate (se leggete questa roba, i vostri gusti musicali sono noti).
In passeggiata trovo una pseudo-pietra tombale. Decido che potrei morire li di ipotermia, Zakk Ein Windir (scusa Valfar…), poi i colleghi faranno una compilation a mio nome… che ne dite?
Nel pomeriggio scendo in città. Molti blacksters invadono già le vie del centro. Intanto Robin Kok dei The Monolith Deathcult mi avvisa che loro ci sono, sono già all’Apollon e che il bar serve la Guinness. Alla spina! Un’alleanza tra divinità celtiche e nordiche!
Nonostante la stanchezza, dopo un ovvio e dovuto rituale igienico volo all’Appollon, dove la sera ci sarebbe stata una listening session del nuovo album “V1 Versus” dei The Monolith Deathcult, primo di una trilogia, in uscita ad Aprile.
Ma era solo il pomeriggio. Io, Robin, Carsten, Michiel Dekker, Frank, Jeroen il fonico e Christian (l’avido incaricato del merch), presi dalla noia dell’attesa abbiamo reso ricco il gestore del bar. Ad un certo punto, e credo erano solo le 18, la fame ci assale… l’alcol ci stava uccidendo… e “Los Tacos” ci salva con delle brutali schifezze messicane, con della terribile musica pop/rap in radio. Ma tanto noi “non c’eravamo”… anzi, ci sono foto e video della “cena” molto discutibili. Non le vedrete mai. Forse.
A cena conclusa era necessario un po’ di riposo prima della serata e camminando verso l’hotel, appunto, quasi ci perdiamo Carsten.
Un paio di ore dopo, delle quali ricordo solo la doccia ed il letto, siamo di nuovo tutti all’Apollon. Il nuovo album dei TMDC è tre quarti d’ora di massacro… ma diverso dal solito. L’album suona dannatamente TMDC, ma è più oscuro, più riflessivo, con un brano anche lento e marziale… senza dimenticare quel richiamo a “The White Crematorium”. Praticamente un passo avanti, mantenendo l’identità e con un occhio al passato.
Finito l’album, si inizia a contare i decessi.
Robin trascina Carsten in hotel. Non torneranno più.
Il demoniaco addetto al merch trascina la sua pazza fidanzata greca in hotel. Spariti.
Io, Michiel, il batterista ed il fonico rimaniamo…. e poi ci trasferiamo al Garage… locale epico, a 20 metri. La dentro il livello di devastazione prende una strada contorta. Ad un certo punto trovo personaggi italiani noti alla scena, poi arriva Hoest dei Taake… poi Michiel se ne va senza salutare come da suo stile (praticamente gli si accende una spia rossa, e lui sa che ha il tempo di arrivare alla branda prima di collassare). Il batterista era già sparito, ma non so esattamente quando e/o con chi. Rimaniamo io Jeroen. Non so bene fino a che ora (le 3?). Non so con chi. So solo che al nostro tavolo s’è seduto mezzo locale, gente che veniva, andava, tornava, ci salutava, spariva, ci dava da bere… gente del luogo, inglesi, brasiliani, italiani, spagnoli… e da un’altra dozzina di posti.
All’indomani mi sveglierò presto. È in programma un giro in nave tra i fiordi con i TMDC. Siamo sopravvissuti al giovedì. È venerdì. Stasera si suona per davvero all’Apollon. TMDC, Avslut, Blood Red Throne. Poi stanno arrivando anche i Darkend che suonano domenica con gli Enslaved. Cazzo qui le cose prendono una brutta piega!
V’aggiorno domani. FORSE.
(Luca Zakk)