(Bad Wolf / CPA e altri) Dodici pezzi d’assalto, spontaneamente rock and roll e incrostati di energia, di un qualcosa di ruvido che non dissimula una leggera varietà di stile. Selvaggi, scatenati, rockettari: riassumendo è questo che sono gli 11 Louder. In effetti “Monkey Business” sfuma nel rock garage, come in “Magic Fluid”, nel punk rock semplice e quasi da pop, come nel caso dei Ramones, e sceglie andature r’n’r più vibranti e sostenute. Lo spettro dei Motörhead è quello più incombente nelle pieghe dello stile degli 11 e non a caso l’album è proprio dedicato a Lemmy. Si apprezza il lavoro alla batteria di Simon, i suoi colpi sono semplici nella più parte dei casi e assestati con una certa forza, accompagnati poi da rullate vivaci. Al contempo è la voce roca e oscura di Punk, anche chitarra con Martin, mentre al basso c’è Adrien, a dare un timbro forte, irruento e selvaggio al sound. Punk in certi frangenti ricorda Lemmy e la cosa va anche bene visto il sound allo sbaraglio che gli 11 Louder mettono in scena. Sono una locomotiva lanciata, irruenta e disinvolta. Tipica band da baccano e che infiammerebbe qualsiasi serata in un club. “Monkey Business” è stato registrato in Francia non lontano da Lione, l’album ha poi ricevuto le cure per la fase di masterizzazione da Jason Livermore (NOFX, Puddle Of Mudd, The Lemonheads e altri). Il risultato della produzione è alquanto interessante, per via di suoni secchi e con una buona accentuazione delle frequenze basse, le quali rendono il sound compatto e pieno.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10