(AFM Records) Debut album per gli 21 Octayne, band formata da musicisti di grande esperienza, avendo suonato artisti quali Joe Perry, Rhapsody, Paul Gilbert e Axxis. Il genere proposto è un hard rock moderno con ritornelli catchy e vicini al pop, anche se onestamente non è facile inquadrarli in un preciso stile musicale, trattandosi di musicisti di diverse estrazioni che fanno confluire tutte le loro influenze in questi brani. Non mancano i momenti in cui le sonorità sono più robuste, ad esempio l’opener “She’s Killing Me”, canzone che vedrei bene in un album di Sebastian Bach. Il livello tecnico è molto alto e nonostante puntino più alla forma canzone, talvolta si lasciano andare a qualche virtuosismo dal sapore funky, come nella parte iniziale di “Don’t Turn Away”, aperta da un complicato pattern di basso slappato o in alcuni intermezzi nella successiva “My Teddy Bear”, caratterizzata da un riff lento di chitarra ribassata e dal funambolico assolo. Le linee vocali sono davvero immediate, e la voce di Hagen Grohe è calda, potente e dotata di un’ottima estensione. Non mancano brani spiccatamente AOR, come su “Me Myself And I” o la ballad acustica “I Will Always Be Like There”, vicina a certi lenti dei Mr Big. Tra le altre canzoni segnalo “Leave My Head”, dotata di una linea vocale che ricorda vagamente Jon Bon Jovi e la conclusiva “Come Alive”, dal riff rock’n’roll e il ritornello ruffiano di stampo spiccatamente pop. Un album che raccoglie svariate sonorità e fatte convergere in un hard rock dall’elevato appeal radiofonico ma che può trovare consensi anche a chi è avvezzo a sonorità più heavy.
(Matteo Piotto) Voto: 7/10