(autoproduzione) Nei quarantacinque minuti totali di “A Vanishing Day” si sente un cospicuo gruppo di melodie e per ogni canzone ognuna segue uno sviluppo proprio. La natura semi-prog dei musicisti è evidente: le canzoni appaiono dinamiche, offrono cambiamenti di rotta, cambi e intrecci nelle melodie. Tuttavia gli arrangiamenti per quanto continui, a tratti non risultano ben limati. Il cantato di Gianluigi Girardi (Crown of Autumn e altri) ha un tono importante, conferisce una certa maestosità alle atmosfere stesse della musica, ma è migliorabile come anche lo stesso utilizzo dei cori. Di base i 3 dreAms neVer Dreamt mostrano un heavy metal che apre il fianco a innesti hard rock e gothic e proprio questi aspetti ampliano lo spettro dello stile dei pezzi. La costruzione dei brani e la loro studiata articolazione, riescono poi a essere il lato più creativo e interessante del tutto. Si distingue “In This Room”, una sorta di ballad (c’è anche l’eterea “Razor”) che mostra l’ambizione della band verso melodie d’effetto, eppure troppo spesso malinconiche e tristi. Lo scrivente non ama troppo i toni malinconici e sofferti, eppure potrebbe essere questo un punto di distinzione per la band ed essere invece apprezzato dai più. Gli altri musicisti sono Andy Signorelli alla chitarra, come anche Andrea Rendina (Lunatic Asylum, Khrisos Anthemon), Maria Torelli al basso (Darksky) e Federico “chicco” De Zani alla batteria (Wake Arkane, Verde Lauro). Le registrazioni sono avvenute presso lo studio Elnor con produzione e mixaggio di Mattia Stancioiu mentre per la masterizzazione la band si è rivolta a Dan Swanö. “A Vanishing Day” mostra davvero ‘qualcosa’, ma al contempo anche una necessaria crescita.
(Alberto Vitale) Voto: 6/10