(Hummus Records & Two Gentlemen) Franz Treichler della industrial rock band svizzera The Young Gods, stringe un patto con Emilie Zoé e Nicolas Pittet, dando vita a questo progetto denominato semplicemente (e misteriosamente) “/A\”, il quale debutta con un sorprendente album omonimo, sette tracce di jam session senza confini, musica eterea e sensuale, atmosferica e suggestiva… portando ad un punto di convergenza le provenienze artistiche di ciascun membro, ovvero il rock industriale, il rock lo-fi e minimalista, il rock sentimentale, un flusso sonoro tanto ridotto all’osso quanto reso complesso da elettronica ed arrangiamenti tutt’altro che scontati. Pattern ritmici irresistibili, come dimostra “Grain Sand and Mud”, voce maschile e femminile che si fondono in un’unica dimensione, scenari sonori tanto artificiali quanto naturali, divagazioni dark blues come quelle espresse dalla opener “Hotel Stellar”. C’è una dispersione atomica attraverso mondi industriali ed asettici sul calore narrativo di “We Travel the Light” e “Fire in my Fingers”, esplode molta nostalgia uggiosa sulle dolci note di “Count to Ten”. Vibrazioni trip hop, vagamente gotiche, sempre pulsanti e cosmiche riempiono l’etere con “The Leaves”, mentre la conclusiva “Our Love is Growing” vaga lontano, verso un infinito ignoto, attraente, imprigionato dentro una oscurità misticamente brillante. In questo album si sente Chris Isaak, si sentono i Leprous, si sente il digitale, si sente il prog. Si sente arte pura, viva, vera, un libertinaggio sonoro indicibile, quasi osceno… tanto magico e misterioso quanto avvolgente e coinvolgente, psicologicamente travolgente, fisicamente irresistibile.
(Luca Zakk) Voto: 9/10