(autoprodotto) Il duo scozzese A Cunning Man è molto particolare, estremamente personale. Si tratta di musica che si aggira nei dintorni del metal melodico, ma ingloba una variante ampia di generi, dall’ambient al post-rock e al fusion, fino a sfiorare il jazz e l’avantgarde. Tre brani strani, eccentrici, ma molto coinvolgenti, cristallini e inusuali. Voci maschili, femminili, chitarra, piano, sassofono… c’è molto in ballo in solo un quarto d’ora di musica, la quale vuole essere teatrale, scenografica, piena di idee tali da poter arrivare a concetti vicini alla rock opera avantgarde. Musicalmente c’è tecnica sopraffina: “Lemegeton & The Leaden Saviour” abbina sonorità taglienti a voci di alto livello, il tutto in una progressione travolgente. Risulta più oscura ed introspettiva “Picatrix & The Calcine Alchemist”, mentre emerge quel tipo di teatralità che fa ricordare i Queen (ma anche i Savatage) nella conclusiva “Abramelin & The Silver Hand”. Un buon EP: non facile, non immediato. Servono svariati ascolti per apprezzarne la genialità e l’intelligenza creativa. Se il progetto continua e cerca di ottimizzare certi cambi, rendendoli meno drastici (cosa che sull’ultima traccia ricorda un po’ un insieme brani accoppiati l’un l’altro anziché un’unica progressione melodica), allora si tratta di un qualcosa che può far parlare di sé anche fuori dall’ambiente strettamente metal.
(Luca Zakk) Voto: 7/10