(Overdub Recordings) Francese il nome della band, l’inglese per i testi, l’Abruzzo come terra natia. Il cerchio che serra la musica di À L’Àube Fluorescente ha una dimensione ampia, internazionale, perché questo alternative modern rock respira, si nutre di correnti musicali molto anni ’90. Pregio o difetto? À L’Aube Fluorescente risultano gradevoli ai più pur non risultando strettamente un fenomeno commerciale, ma lo si vedrebbe bene “Taking My Youth” nelle classifiche degli album mainstream o quasi. Perché ne avrebbe diritto e perché il taglio della musica è più o meno diretto e non indugia eccessivamente in velleità o a fare l’alternative perché ‘è figo’. Jacopo Santilli ha quel basso che ricorda il tocco della new wave, quel suono denso e con carattere, ma più di tutto presenta una voce androgina che cesella un blocco musicale pieno di sfumature, ma mai troppo colorato. Pezzi dai toni seri, forse a volte intimisti, con un clima che rievoca Placebo, Belly, Lush e altri che hanno proposto tanti album e pubblicati a profusione anni fa. Alberto Spicciolato comanda le due bacchette con ritmo e continuità e i ricami del duo Sticca-Barnabei si fanno carico di un’ossatura musicale rock macchiata a volte di acido, spesso di melodia e contemporaneamente di linee che hanno atmosfera. Un’atmosfera che in gran parte è leggera perché i quattro potrebbero produrre comunque qualcosa di più sostanzioso, attraverso melodie meno dilatate, ma più di ogni altra cosa non adagiandosi sugli standard di quello che apparirebbe come un album gradevole che sembra venuto dagli States. Eccellente la copertina e il relativo layout grafico del booklet.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10