(AFM Records) Gli A Life [Divided] non mi hanno mai convinto e in passato ho sempre pensato che pasticciassero un po’ troppo con le canzoni. La AFM li ripropone e vorrei chiarire che la label farebbe bene a definirli non electro-rock ma electro pop-rock, perché a conti fatti è quella la loro direzione, cioè il pop. Che poi vi siano synth aggressivi, chitarrone e una batteria colpita con furia, di certo non sono questi elementi a togliere proprio la patina pop dall’anima di questi pezzi. Brani come “Cloud of Glass” vedono appunto una chitarra fragorosa e colpi secchi e possenti sulla batteria, non bastano però questi espedienti per fare un brano rock o heavy. O peggio ancora quando la canzone ha poco di rock, mentre il cantato si comporta come se lo fosse, come in “Perfect Day. “Game Over” ha effetti da videogame e più passaggi che potrebbero essere industrial e “The Last Dance” è stata creata con i NIN nella testa, o con i cloni della band di Reznor, ma credo che sia accaduto anche con porzioni di “The Lost”. “Space” è semplice ed è per le radio, con la sua tendenza emo, mentre “It Ain’t Good” ha un riff molto metal e dal ritornello dannatamente hard rock. Atro aspetto hanno pezzi come “Feel”, la quale è una canzone a metà tra il new romantic pop e la new wave. “Wait for Me” è forse lo specchio delle intenzioni degli ALD, per via di una melodia pulita, le chitarre messe dietro e con più spazio ai synth. Dunque un riuscito pezzo elctro-rock con preponderanza elettronica. Anche “Goodbye” alla fine c’entra il bersaglio, perché si pavoneggia di un rock ‘n roll di base nelle strofe e il ritornello è forse meno accattivante, ma non abbassa il livello della canzone. Superiore a tutto è “If You Want To”, fuori dalla logica chitarra-battera-synth e strofa-ritornello-strofa. Strumentalmente il brano è un ritmo soft, quasi dub, voce modulata, synth eterei, aggiunta di elettronica, un brano per nulla rock ma almeno pensato con una certa eleganza. Proprio la ripetitività degli schemi compositivi porta a stancare. Se le canzoni sono melodicamente interessanti, allora l’ascolto diventa piacevole, altrimenti si rischia di finire in pezzi sostanzialmente piatti e ovviamente strutturalmente poveri o comunque dalla forma prevedibile.
(Alberto Vitale) Voto: 6/10