(House of Ashes Production) Progetto italiano che vuole offrire una massiccia componente scenica sul palco, un aspetto che confluisce anche in studio, data la varietà e l’intelligente elaborazione dei suoni e degli arrangiamenti. Musicalmente siamo a cavallo tra metal, goth, elettronico ed industrial, con una ispirazione che sembra arrivare dai tedeschi Rammstein, anche considerata l’ambientazione scenica, l’immagine e l’incredibile somiglianza del timbro vocale del singer, il quale vanta comunque una ampiezza di gamma più ampia, più coinvolgente. Più… teatrale. Le sette tracce sono ricche di emozione, ed offrono un perfetto mix di riff taglienti, soluzioni orchestrali intense, divagazioni elettro-industriali glaciali. “Flies and Ravens” ha un feeling tra il marziale ed il dannato, e spicca immediatamente la capacità del vocalist. Profonda, intensa ma anche graffiante “The Human Zoo”. Tra il trionfale ed una decadenza oscura “Forgiveness”, mentre “The Colors Of Sky And Earth” è drammatica, magnetica e l’uso parziale di una voce growl/scream, accentuata da una impostazione corale femminile, intensifica un travolgimento emozionale molto intenso. Più marcato l’aspetto industriale ed elettronico su “Behind The Curtains I’m Dying”, un pezzo molto ben riuscito, anche oggetto di un videoclip, mentre la conclusiva “Absinthe’s Dirge (Requiem Bonus)” è un intenso sipario di un palcoscenico drammatico e decadente, dove uno spoken in italiano innalza proprio quell’aspetto teatrale che la band vuole -e riesce a- proporre. Intensi, intelligenti, precisi: i A Tear Beyond hanno confezionato un disco potente, coinvolgente, travolgente e maledettamente oscuro, con un sottile velo poetico che ama mettersi in mostra tra armonie sinfoniche, riff violenti e arrangiamenti schizofrenici. Ma dopotutto questa è la loro dichiarazione di intenti: una realtà teatrale e musicale che nasce ed esiste nell’imbrunire, in quell’etereo e impercettibile spazio tra la maschera ed il volto.
(Luca Zakk) Voto: 8/10