(Raging Planet) Sound esoterico, ma non solo. Batteria solida e senza trigger, quindi naturale. Tastiere dal timbro nasale, grigio e poi c’è il cantato, che come le tastiere, è a cura di V-Kaos, la quale ha un timbro melodico e lagnoso insieme. Il basso di NH modula una cadenza ingessata, schematica. Sono queste le prime impressioni che si ricavano da “Great Python”, i primi 6′ di questo EP d’esordio dei A Tree Of Signs. Il brano nell’andare avanti sale col pathos oltre ad abbandonare poi i toni solenni. In quello successivo compaiono maggiormente gli schemi sabbathiani, ma in questo caso il brano soffre di qualche stiracchiamento eccessivo nella composizione, ma senza produrre risultati notevoli, arrivando infatti a oltre 6′ e mezzo. “Red Lune” ha una cadenza più rock, P.Tosher, il batterista, inizia a darci dentro di gomito e sembra avere più energia di voce, basso e tastiera messi insieme. “Division of Chaos” chiude “Salt” con un carnevale sonoro nero e oscuro, sempre di natura Black Sabbath, Jex Toth, e con il recupero di una sottile vena di rock puro, ma di oltre 40 anni fa. Toni dimessi, allucinati o affascinanti. Odore di candele che bruciano in un’atmosfera novembrina e un filo di sentimento che serpeggia e si rivela a tratti, soprattutto quando la bionda V-Kaos alza le tonalità. Il trio porto-svedese si presenta con una formazione atipica e con un sound tra l’occult rock, il doom e il dark rock. Una soluzione interessante e degna per gli appassionati di sonorità cimiteriali.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10