(Ektro) Quando mi capita tra le mani roba dalla Ektro, materiale che con il metal non ha nulla a che vedere, nasce dentro di me un certo recidivo sospetto… mentre percepisco la sensazione del ‘cerchio’ che si chiude. Dopo sette album e quasi 25 anni di attività, gli Aavikko, che giurano di suonare ‘Disco Muysic’ (si, è scritto giusto), non possono non aver a che fare in qualche modo con quell’entità ultraterrena chiamata Circle. Ed infatti, nel trio dietro questo progetto, c’è Tomi Leppänen… il batterista dei Circle! Musica elettronica. Musica non solo elettronica, ma religiosamente affidata all’elettronica. Un’elettronica vintage retrospettivamente troppo avanti nel futuro. Elettronica felice, la quale evoca qualsivoglia forma di trinità: la copertina è una trinità, una partita di hockey (la band è finlandese!) è divisa in una trinità di tempi, ai concerti c’è la trinità ‘band-pubblico-venue’… e gli Aavikko sono in tre, esattamente come l’espressione elettronica della loro musica basata su ritmo, suoni e luci colorate. Macchine che fanno muovere le menti. Macchine che controllano le menti. Macchine al servizio dell’uomo, società di uomini e macchine, società dominate dalle macchine, città scandite dal ritmo del clock di vetusti microprocessori che hanno preso allegramente il controllo della vita. E della morte. Melodia, armonia e tanto ritmo. Musica per ballare. Musica per sballare. Musica per andarsene, viaggiare lontano… e musica per tornare. Musica ottimista assurdamente magnetica che vede la tecnologia come una entità degna di fiducia, tutt’altro che pericolosa. Musica pregna di pulsazioni per un pubblico assurdo disperso in un mondo -o universo- altrettanto assurdo.
(Luca Zakk) Voto: 8/10