(Moribund Records) Sesto full length per gli italiani Abhor! Oscuri e perversi come sempre, impegnati in un black ferale e maledettamente occulto, esaltato da organi sempre presenti ed inquietanti, che ricordano quelli che sostengono l’horror rock/doom degli Abysmal Grief. In “Ritualia Stramonium “ domina un lacerante mid tempo sempre reso ingannevole, subdolo e pericolosamente maligno da una ammirevole lavoro allo strumento aerofono, dove l’aria diventa espressività del suono, qui canalizzato in un fetido alito maligno. Sempre originali, sempre a cavallo tra il black nordico -violento e furioso- e que tocco latino del concetto del male, dove un costante confronto tra demoni e atmosfere piene di esaltazione della fede genera un gusto dell’orrido, del peccaminoso e del proibito che arriva a livelli immensi, meritevoli di scomunica ed esilio perpetuo. Unici, coerenti e devoti alle arti oscure: gli Abhor non mentono, non tradiscono. Non lo hanno mai fatto in vent’anni di carriera. Gli Abhor rimangono se stessi conducono alla morte, alla fine, al fulcro dell’inferno.
(Luca Zakk) Voto: 8/10