(Black Lion Records) Come disse il collega in occasione dell’ultimo album (recensione qui) quando suoni un genere così identificativo come il death svedese, è molto difficile uscire da schemi ben predefiniti e, soprattutto, da confronti con i grandi nomi del genere. Ma il vero problema degli Ablaze My Sorrow è puramente legato ad un livello di notorietà: certo, i Dark Tranquillity o gli In Flames rappresentano -per fama e storia- la linea guida del melodic death svedese, ma gli Ablaze My Sorrow non sono certamente dei ragazzini che s’affacciano sulla scena all’ultimo momento, anzi, visto che anche la loro storia risale agli albori, ai primi anni ’90, tanto che in questo 2023 celebrano i tre decenni di storia, solo un paio di anni più ‘giovani’ delle sopra citate band… anche se nel calderone di questi fattori bisogna comunque ricordare che gli Ablaze, nel corso della loro storia, si sono alienati (tra il terzo e quarto album -tranne un EP- passarono ben quattordici anni), lasciando che gli altri nomi del death melodico andassero avanti, rinforzando la loro notorietà in maniera incisiva. Quindi? Mentre il collega si è fatto trascinare da un sound noto e tipicamente associabile a determinati nomi, io mi affaccio al questo nuovo interessante EP cercando di ignorare le similitudini, concentrandomi su un death molto ben fatto, capace di iniettare dettagli di quello ‘americano’, sempre con melodie suggestive e non strettamente malinconiche, senza dimenticare clean vocals che giocano con quel growl possente. Variegata e molto ben costruita “Transfiguration (The Way of the Strong)”, ”Boundless” appare incisiva e con un sound ricco di epica nostalgia. C’è potenza graffiante, incedere maligno e riff tanto aggressivi quanto taglienti sulla breve e rabbiosa “Rotten To The Core”, mentre è intensa e ricca di dettagli tecnici la conclusiva “Enclosed In Crystals”. Una delle band emersa nei primi anni di questo genere iconico: certo, non tra coloro che hanno guidato l’avanzata o imposto la tendenza, ma sicuramente una band valida, capace di un’ottima interpretazione -spesso personale- di un genere tanto noto quanto di nicchia, il quale continua ad avere un ampio seguito.
(Luca Zakk) Voto: 7/10