(Comatose Music) I sanguinari Aborted Fetus sono ormai di casa nella Comatose Records, etichetta americana attenta al death metal più brutale, cattivo e sanguinario che esista. Nuovo album per i russi che non placano la loro allucinante, martellante e sempre devastante attitudine brutal death metal, coronata da un titolo formidabile. “The Art of Violent Torture” è poco più di mezz’ora di oscurità, morte, sangue, attraverso chitarre di granito e la prestazione devastante di Igor Stafeev. Il cantante sfodera grugniti e gutturali versi di morte. Sezione ritmica perfetta, capace di variare, accelerare e sostenere il lavoro delle chitarre con assoluta scioltezza e una forza costante. Gli Aborted Fetus non cascano mai in blast beat continui o in cadenze martorianti, ma variano riffing e ossatura ritmica in funzione dei pezzi. In questo modo “The Art of Violent Torture” non incappa mai in una fase di stanca, si dimostra variegato e manifestando energia e dinamismo. Molto importante il livello di chiarezza dei suoni nell’album, i quali pur avendo il lezzo della morte e della pazzia non diventano una monotona poltiglia di violenza. Album devastante per i russi perché lo suonano bene, senza smania eccessiva e soprattutto con qualche punta di estro e vivacità.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10