(Century Media) Visti di recente a Strasburgo di supporto ai Kataklysm, i belgi Aborted hanno fatto una buona impressione in sede live. Pur non mostrando un duo di chitarre di grande fattura, Ian e Mendel in fin dei conti si sono dimostrati degli onesti lavoratori del brutal death metal, mentre la sezione ritmica rulla e frulla ogni colpo per tentare di sorreggere al meglio le evoluzioni dei pezzi, nei quali Sven De Caluwe (unico musicista dagli esordi a oggi in formazione) grugnisce e si produce anche in scream nella maniera più assassina possibile. “Retrogore” è un discreto passo avanti per i fiamminghi, in quanto sembrano si votati a una sistematica distruzione omicida, ma attraverso pezzi continuamente fratturati nel riffing e nei pattern ritmici. Un songwriting volubile. I pochi assoli inseriti in alcuni brani, aumentano l’effetto drammatico e creano delle buone sospensioni della brutale energia degli Aborted. Sommariamente la band belga ha lavorato profondamente e con attenzione a “Retrogore”, il nono album in carriera, riuscendo a catturare anche una parte di quella energia dal vivo, affiancata a un lavoro di stesura dei pezzi che ha puntato non solo all’ottusa e insensibile macelleria sonora. “Retrogore” è un cinico ma al contempo un entusiastico atto di violenza, insomma qualcosa di canonicamente brutal death metal.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10