(Artifical Sun) Sono una industrial cyber metal band russa gli Absenth, esistente da oltre 10 anni e giunta con “Erotica 69” al terzo album. Devo riconoscere che gli Absenth hanno un sound interessante, e scriverò poi perché, ma hanno avuto la discutibile idea di piazzare 13 canzoni nell’album e arrivare a quasi un’ora di musica. Il risultato finale in questo clima fatto di circuiti, distorsioni e apocalisse presenta momenti di somiglianze, ripetizioni rendendo l’ascolto troppo omogeneo. Leggasi monotono. Mettiamola così: c’è troppa carne al fuoco e qualcosa si è bruciato. La distorsione delle chitarre ha un timbro sintetico, ma sono incalzanti, affiancate da una buona dose di elettronica che ben si fonde con le sei corde e caratterizza le melodie dei pezzi. Il cantato cupo e rude di Oleg Govorov è spesso sostenuto da alcuni effetti che ne ritoccano le strofe e lo rendono adatto a questo scenario industrial ed electronic metal. “Left Click to Play”, la title track, “Forum Bleeds” sono alcuni esempi dove tra tempi techno, synth ed elettronica alla Prodigy, chitarre alla White Zombie portano la musica ad essere perfetta per un rave sperimentale o di totale anarchia sonora. “Motorfest” sembra una fusione tra Ministry e Rammstein e altrove si sente Marylin Manson e gli Slipknot, mentre “Rose and Bat” sembra un rifacimento di qualche brano new wave. Credo ci sia comunque una componente dark in giro, nel songwriting degli Absenth. La mia personalissima opinione è che la band proponga un bel po’ di pezzi tosti, grintosi e mi piace come l’elettronica si sposa con il resto; tuttavia sostenere l’intero album ad un certo punto diventa una fatica, i motivi sono già stati elencati. Forse bastava solo togliere qualche canzone, in questo album carico di tensione futurista e scatti di aggressività.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10