(Season of Mist) Sei anni per un nuovo album, questo il tempo impiegato dalla band di Los Angeles per “Phylogenesis”. Nuovo, ma non un album che reinventa il death metal, semmai lo suona in una maniera micidiale ed efficace. Di rinnovato c’è la band, ora fissata con l’unico membro originario Charles Elliott, chitarra e voce, e il bassista non di origine ma nella band ormai da anni Eliseo Garcia. Si aggiungono James Coppolino alla batteria e Vito Petroni, altra chitarra, in azione già da diversi tour svolti dalla band. Gli Abysmal hanno rimesso in sesto le loro idee, i pezzi in cantiere, e finalmente dato loro una fisionomia certa, attraverso una produzione articolata. Chitarre ritmiche e voci sono prodotte da Mike Bear e dallo stesso Charles Elliott. Proprio Elliott ha gestito le registrazioni di assoli di chitarre, basso, voci aggiuntive e ulteriori limature alle chitarre, nonché il missaggio dell’album. Batteria registrata altrove rispetto al Tastemaker Audio, sempre con Elliott alla produzione insieme a John Haddad. La masterizzazione è di Tony Lindgren at Fascination Street Studio. Un processo diviso in varie fasi, tanti passaggi, tanto lavoro, per un album contorto ma fulminante, tecnico e comunque brutale nel suo essere death metal. Abbondante nei riff, nei pattern, nei solo. Gli Abysmal riversano valanghe di death metal in maniera dirompente. Le esecuzioni sono di una certa portata tecnica oppure eseguite con una concezione complessa. “Phylogenesis” toglie il respiro, annichilisce. Gli unici momenti appena melodici, ammesso che si possano definire tali, sono gli assoli delle sei corde con i rispettivi riff ritmici di accompagnamento. Il resto è distruzione.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10