(Sun & Moon Records) In oltre vent’anni di carriera, gli occult metallers italiani Abysmal Grief hanno scavato un’infinità di lugubri tombe, dissacrando altari e stabilizzandosi in maniera suggestiva e provocante tra la luminosità del sacro e l’assenza di luce del profano, tra la gloria e la dannazione, tra la redenzione e le eterne fiamme dell’inferno. Ma questo percorso oscuro attraverso i labirintici meandri degli inferi, questo contorto cammino tra tombe oltraggiate e violate, tra l’odore di morte e la umida terra consacrata, ebbe un inizio micidiale, altamente oltraggioso, con una provocatoria dimensione definitivamente sconsacrata. Si tratta di un EP, “Mors Eleison” del 2006, uscito dopo alcuni singoli e demo, il vero debutto della band, poi affermatasi con i grandiosi “Abysmal Grief”, “Misfortune”, “Feretri”, “Strange Rites of Evil”, fino al più recente “Blasphema Secta” (recensione qui). Al tempo di “Mors Eleison” la band era ancora un po’ acerba, più rituale e cinematografica, infinitamente più tetra e meno melodicamente liturgica, tanto che l’EP conteneva solo quattro brani (tra cui una cover di Paul Chain), ma l’odore di zolfo, tuttavia, già infestava tutto e tutti, l’adorazione quasi erotica della morte era palese e quelle preghiere, quei macabri rituali, davano forma alla dimensione maledetta di questa band iconica, simbolica ed assolutamente unica. L’altrettanto iconica Sun & Moon Records mette in atto un piano cinicamente maligno, ripubblicando questa pietra miliare, questo EP di debutto: perché le maledizioni non seguono mode, trend ed epoche… le maledizioni sono, solitamente, per l’eternità!
(Luca Zakk) Voto: 9/10