(Iron Bonehead) Questo album è uscito un anno dopo il precedente. “Denouement” (QUI) era del 2012 e questo “Novit enim Dominus qui sunt eius” è uscito nel gennaio del 2013, ma la Iron Bonhead Productions lo rimette sul mercato in versione vinile con tutte le decorazioni e le specials del caso, in sole 500 copie. A me personalmente da l’opportunità di ascoltare la seconda prova (avuta nel solo formato digitale) di questa ombrosa band britannica. L’intrico tra death metal, doom, black metal è sempre più fitto. Il sound è dannatamente intrecciato e ripiegato su se stesso, tanto da offrire un lotto di pezzi caotici, ammantati di una nera solitudine e desolazione. Io, personalmente, ci ritrovo le idee già note di molti altri (Godflesh, Deathspell Omega, un travisare gli Shining ecc). Anche questa volta i brani credo che ai più avranno bisogno di più ascolti per essere ben assimilati. Innanzitutto perché le chitarre dominano la scena, e, almeno nel supporto avuto per l’ascolto, ho avuto la sensazione che queste coprissero il resto. Il drumming è ovattato, ma udibile ed anche in “Novit enim Dominus qui sunt eius” la voce è gutturale, profonda e dilata le parole. Il tutto sembra un flusso caotico che va verso qualche parte. Non riesco a trovare una linea specifica nella dinamica dei pezzi, ma di certo c’è una totale espansione delle atmosfere tali da dare loro lo scettro del potere in questo sound terminale, apocalittico. Folle, di sicuro, ma anche stavolta, a mio avviso, ancora parzialmenteamorfo. Una cosa però ho da dover riconoscere, questa band si è mossa da sola per due album e solo dopo ha trovato etichette disposte a supportare i loro prodotti. Questo mi fa piacere, per una band che comunque osa e cerca di andare oltre schemi prefissati. Ovviamente al pubblico poi (lì dentro ci sono anche io) l’onere di sentirsi appagati o meno con questo tipo di sonorità.
(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10